Per gli appassionati di musica jazz quella che attraversiamo è una stagione particolarmente favorevole. Il cartellone degli eventi che si svolgono in Sicilia durante i mesi dell’estate è animato da un numero significativo di spettacoli e festival. Certo, come sanno bene i promotori, non mancano difficoltà e ostacoli che ne limitano il potenziale artistico e organizzativo; le insufficienze finanziarie sono una costante purtroppo diffusa e generalizzata in ambito locale e regionale. Ma a questa carenza si contrappongono dedizione alla causa e capacità organizzativa di singoli, associazioni e imprese. Ed è un fatto che merita d’essere segnalato, perché indica punti di valore in cui si scoprono metodi di lavoro e buone pratiche utili a un migliore affronto delle non poche problematiche economiche contemporanee.
Durante quest’estate siciliana il jazz è stato suonato e ascoltato in diverse città. Proprio nei giorni scorsi si è svolto a Santa Croce Camerina, precisamente a Punta Secca, uno dei contesti dove sono ambientate le vicende del commissario Montalbano di Andrea Camilleri, la prima edizione del festival di jazz contemporaneo “Oltremente Festival 2014 - Mind, body and soul improvise”. Si è trattato di un evento interessante non soltanto sul piano musicale, visto che vi si sono intrecciati aspetti di importanza sociale. Tra giugno e luglio, invece, le note e le melodie del jazz sono tra l’altro risuonate a Catania, Messina, Vittoria, San Vito Lo Capo, Selinunte, Taormina.
Queste manifestazioni evidenziano un’attenzione verso il jazz che va senza dubbio oltre una dimensione episodica determinata da circostanze fortuite, anche perché in molti casi sono eventi che assumono una consistenza annuale stabile e strutturata. Non è vano ricordare che lo spirito e le sonorità del jazz fanno in qualche modo parte della storia di siciliani che hanno contribuito al suo sviluppo. Da Salaparuta e Poggioreale proviene la famiglia di Nick La Rocca, il celebre cornettista e compositore che nella New Orleans di inizio Novecento raggiunge il successo con la Original Dixieland Jazz Band. Insieme a Luciano Troja, pianista jazz di Messina, sulle nostre pagine (qui la conversazione) abbiamo approfondito origini e attualità del jazz e colto il carattere distintivo di musica «generata» e non appena di «genere».
Il jazz ha timbri musicali strettamente legati all’ispirazione e all’improvvisazione dell’artista che ne imposta e costruisce le melodie con il proprio specifico strumento; i brani, infatti, vivono del «mistero creativo» che muove la genialità e questa è possibile grazie alla piena conoscenza di linguaggi e tecniche musicali. In altre parole, l’improvvisazione che contraddistingue il jazz è frutto di un lavoro lungo e meticoloso. Se ne è parlato in questi termini sulle pagine della “Domenica” del quotidiano politico economico finanziario “Il Sole 24 Ore” andato in edicola ieri. Attraverso i contributi di Paolo Fresu, Arnaldo Benini, Arnold I. Davidson e Silvia Bernardi il tema è stato trattato ponendo l’accento sul rapporto virtuoso che tiene insieme ispirazione e formazione, improvvisazione e metodologia (cfr. la sezione “Modelli virtuosi/Mito” a pag. 24).
Ecco il punto. Queste dinamiche musicologiche contengono insegnamenti su cui soffermarsi, perché lo stallo di questo frangente storico si può superare coinvolgendo immaginazione e organizzazione. E ciò vale anche rispetto alla realizzazione di eventi d’arte e spettacolo che sono spesso messi in discussione sul nascere.
La Sicilia non può non vivere del suo patrimonio di natura e cultura. Ognuno di questi eventi dedicati al jazz nasce da dedizione alla causa e forza creativa, merita il sostegno di tutti e fa di quest’isola un luogo di incontro intorno al bene di una bellezza che diventa emozione e melodia tra le note di musiche senza confini.