Il titolo dell’editoriale appartiene a Lucio Dalla, a un frammento di lirica delicata messa in musica in Tango e che è menzionata per ricordarne la memoria e per trarne occasioni e spunti utili a fissare le ragioni di questa testata a una settimana dall’approdo online.
Tra i versi di questa canzone, quasi nascosto e senz’altro meno noto di altri divenuti patrimonio comune di sentimenti e sensazioni, si trova un passaggio che dice così: «Bisogna fare in fretta per ricominciare, per tutte le stelle del mondo e per un pezzo di pane, per la tua donna da portare in campagna a ballare, per un treno con tanta gente che parta davvero, per un tango da ballare tutti insieme, ad occhi aperti senza mistero». Quando queste parole sono state pensate e scritte, dire «fare in fretta per ricominciare» voleva dire andare oltre le macerie lasciate dall’ultima guerra mondiale e tracciare un nuovo cammino dopo le lacerazioni di un devastante conflitto ideologico, sociale, economico. Lo si evince da un testo intenso e suggestivo al pari di note e arrangiamenti. Dalla ancora una volta ci segnala, con questa sua opera, che il protagonista della storia non è la guerra; ciò che rimane impressa nel tempo e nella memoria è l’immagine della «donna che tangava con furore nei locali della croce rossa» mentre «fuori era la guerra», appunto.
Va da sé che oggi la crisi e le macerie sono d’altro tipo, determinate da una congerie di cause e dinamiche. Eppure, non smette d’essere necessario alle sorti del mondo (e tanto più a quest’isola bella posta al centro del Mediterraneo) un cuore grande che conservi una voglia di tango e di poesia senza mezze misure per «unire il cielo con la terra» e combattere i pervasivi tentacoli della recessione e i complessivi arretramenti del benessere personale e pubblico. Attraverso il Tango del cantautore bolognese si scopre, in fondo, che la questione ultima della storia non cambia e che tra le mutevoli condizioni delle epoche permane sempre il ruolo decisivo esercitato dall'io per la costruzione di una civiltà che rispetti ed esalti la dignità e il valore dell'umano e, quindi, della vita che si presenta come paesaggio o che diviene arte.
Lucio Dalla ha vissuto un legame forte con la Sicilia: le ha dedicato una canzone (Siciliano, che è inserita nell’album Luna Matana del 2001) e a Milo ha preso casa. Non v’è dubbio che del suo genio artistico rimarrà attuale e valido pressoché tutto, perché tra i frammenti delle sue note si intravedono i desideri di un cuore che smania per «unire il cielo con terra», come si trova detto in Tango. Non è nemmeno un caso, allora, che a lui e Francesco De Gregori sia stato attribuito il nome di un asteroide, il 6114. Il cielo e le stelle sono temi e termini che ritornano sovente nei suoi testi e nascono da un’ispirazione alta e assoluta che lo ha accompagnato nel tragitto della vita. Piace pensare che qui, nel lembo di Sicilia alle pendici dell’Etna dove ha abitato, questo rapporto coinvolgente tra le «stelle» e il «pezzo di pane» egli abbia sentito come prossimo alle domande del suo cuore e alle armonie delle sue musiche.