«Sicily Present» è una testata online che nasce per divulgare notizie e approfondimenti riguardanti l'attualità, la cultura e la società siciliana. Non si vuole descrivere il suo vasto patrimonio culturale, paesaggistico e storico in modo meramente estetico e/o esclusivamente narrativo. Questo giornale intende raccontare l'esperienza quotidiana delle persone e le opere da loro realizzate per rinnovare le forme del bene comune e della bellezza nella vita di questa terra. Ecco perché «Sicily Present» si forma intorno all'idea che ne è motto e sottotitolo: «People and Experiences for the Common Good». I contenuti di questa ricerca sono raccontati nelle news e nelle rubriche; l'editoriale ne offre un profilo d'insieme e propone tracce per riflettere su circostanze ed eventi posti nello spazio dinamico dell'attualità e della società. – Sicily Present
Ogni lunedì online su sicilypresent.it il nuovo editoriale della settimana
(24 aprile 2012) - La fonte di questo titolo è senz’altro nota e non mette conto rintracciarne e discuterne i significati originali. Tutti hanno ascoltato, se non letto, la frase biblica in cui sono situate le parole «pietra scartata» e «testata d’angolo»; almeno una volta essa è arrivata fino a noi lasciandoci un pensiero sulla speranza che nella vita niente si disperda nell’oblio del tempo. Contenuti e prospettive di questa parabola hanno un inizio lontano e si distendono lungo i secoli fino ai nostri giorni consegnandoci brevi spunti e lunghe riflessioni. Qui, però, se ne vuole proporre soltanto uno e, intorno a esso, tratteggiare in poche parole un tema ampio, complesso e contraddistinto da profonde interdipendenze. Eccolo: i beni archeologici tra scoperta, recupero e valorizzazione. Non è poco, se ne conviene. Ma attraverso il tragitto di un ragionamento semplice e condotto con il metodo delle cartesiane idee chiare e distinte si può giungere a un giudizio coerente e trarne occasione per successive e più articolate analisi. Questa è la premessa sul metodo.
Lo svolgimento del tema in generale. La settimana appena trascorsa ci ha consegnato tante iniziative e buone prassi per capire meglio che i beni culturali sono un fattore determinante dello sviluppo in questo periodo difficile. In Sicilia, in ragione del suo territorio e della sua storia, la cultura si lega al turismo e questo fattore diventa il più importante. I nove giorni della “XIV Settimana della Cultura” sono stati un successo in termini di organizzazione e partecipazione. Abbiamo visto, ancora una volta, che intorno alla cultura si possono mettere insieme sinergie capaci di accrescere il cospicuo patrimonio di beni e bellezze di cui disponiamo e farne principio positivo di crescita globale. “Sicily Present” approfondirà questo grande tema intessendo un dialogo con la Soprintendenza Archivistica per la Sicilia.
Infine, la sintesi per la via di un particolare. A Santo Stefano di Camastra, città della ceramica situata tra Messina e Palermo di cui pubblicheremo tra pochi giorni la recensione a un pregevole volume che ne ricostruisce la storia (La Città del Duca, a cura di Nuccio Lo Castro), alcuni anni addietro sono tornate alla luce le parti di un mosaico bicromo. Ci sono molte buone ragioni per pensare che esso faccia parte di una villa romana d’epoca imperiale databile al II o III secolo. Naturalmente, il profilo e il valore della scoperta devono passare dal vaglio di ricerche approfondite. Non è possibile, in questo momento, fare confronti con altre ville romane presenti in Sicilia e via via ricomparse in più siti: Piazza Armerina, Noto, Patti, Tusa, tra gli altri. In tutti questi casi le pietre di mura, strade e ville sembravano scartate dal tempo, erano ruderi nascosti agli occhi di tutti e rimasti senza il rilievo della memoria. Tornate alla luce del tempo e ricomparse tra i luoghi della civiltà, esse prendono nuova vita e possono diventare le testate d’angolo per costruire le condizioni di un altro benessere.