Ogni settimana online su sicilypresent.it il nuovo editoriale
(28 giugno 2014) - Riproponiamo un editoriale che prende spunto dalle trame storiche e politiche presenti in un romanzo di Luigi Pirandello (1867-1936) nel giorno in cui si ricorda l'anniversario della nascita.
(13 maggio 2013) – Luigi Pirandello è tra i rappresentanti illustri della letteratura italiana; le sue pagine sono senz’altro al vertice della cultura d’ogni tempo e non possono restringersi ai confini delle nazioni perché raccontano grandezze e miserie dell’umano. Lo scrittore di Agrigento va annoverato ormai tra i classici di sempre. Le sue narrazioni appartengono al patrimonio di tutti e ciò è stato sancito anche con il prestigioso riconoscimento del Premio Nobel attribuitogli nel 1934. Ma alla condizione sociale e storica dei siciliani si riferiscono molte sue novelle e non pochi testi per il teatro sono ripresi e riportati in scena senza sosta ancora oggi. Si è soliti sottolineare, in questo senso, che la Sicilia letteraria raccontata nelle novelle pirandelliane appare come ferma a una condizione dove non c’è il tempo e la vita dei protagonisti scorre in uno scenario privo di date, seppur contestualizzato e reso riconoscibile dai soggetti. Ed è questo un giudizio condiviso e approfondito con dovizia di sfumature nella critica letteraria. Non mette conto segnalare quante e quali possibili contraddizioni si possano rinvenire nella sua parabola pubblica, che passa dall’adesione al fascismo nota a tutti e che merita le attenzioni di uno studio curato e preciso dal punto di vista storico e filosofico.
Ebbene, l’opera di Pirandello consegna ai nostri giorni una serie di questioni aperte e meritevoli di considerazione che portano diritto all’Italia attraverso il processo di compimento dell’unità nazionale. La Sicilia ne fa parte con l’impresa garibaldina dei Mille e con una tensione ideale di lungo corso. La famiglia di Pirandello vive il Risorgimento con accenti di chiaro patriottismo. Quest’intreccio di temi familiari e nazionali si legge distintamente nel romanzo storico I vecchi e i giovani, una narrazione incalzante e articolata che si svolge mettendo in controluce gli eventi legati ai Fasci siciliani dei lavoratori e denunciando gli scandali finanziari che amareggeranno non poco il Nobel siciliano. In questo affresco storico e letterario dell’Italia da poco unita sono contenute questioni che si legano allo svolgimento della storia nazionale e arrivano fino a noi per il tramite del Novecento, il secolo delle due guerre mondiali e di uno stato italiano che diventa dittatura e regime liberticida. Un libro come questo apre orizzonti ampi e si inserisce tra le letture necessarie alla comprensione della storia italiana e delle attese di progresso suscitate nel Mezzogiorno dall’unificazione.
Molti dei nodi irrisolti della politica italiana sono descritti in questo romanzo storico, nel quale si trova materiale abbondante per studiare forme e modalità dell’uso spregiudicato del potere secondo fini di malaffare. La delusione porta Pirandello a definire questo primo periodo unitario nei termini di “bancarotta del patriottismo”. L’Italia è “modesta” perché costruita in base ad azioni fredde e calcolatrici. Non è solo l’antico vizio contemplato dal settimo comandamento che s’imprime su questo frangente nazionale. Si può andare oltre, percorrere a ritroso la storia fino al Quarantotto e trovare i motivi principali della delusione pirandelliana nel fallimento molteplice della prima guerra d’indipendenza e, in particolare, delle istanze repubblicane e federaliste sempre più diffuse tra la gente. Persone, teorie e vicende del secolo affiorano tra le pagine del romanzo; vi sono citati Romagnosi, Kant, Hegel, Rosmini, Garibaldi, Marx e i protagonisti siciliani del Quarantotto con il loro carico di idee e proposte. Ecco perché l’Italia qui descritta non smette d’essere un richiamo potente e permane attuale.
La delusione pirandelliana post-unitaria pone una serie di questioni su cui ragionare per coglierne il rilievo contemporaneo. Si pensi al rapporto tra generazioni, persone e regioni, all’uguaglianza delle condizioni come possibilità di accesso condiviso alle risorse e punto di partenza sul quale misurare talento e volontà. “Il Maggio dei Libri” è un’iniziativa che si svolge in questo periodo per diffondere l’importanza della lettura. Ebbene, I vecchi e i giovani è un romanzo pubblicato per la prima volta in modo completo nel 1913 e in forma rielaborata nel 1931. E, sotto altre forme, molte delle questioni storiche narrate da Pirandello mettono in affanno la Sicilia e gli italiani ancora oggi.