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(7 agosto 2013) – Al mese di agosto si conferiscono attese e auspici, perché sono i giorni desiderati per vivere esperienze che nel corso dell’anno non è facile mettere in pratica. Certo, queste sono aspettative che fanno i conti con una crisi i cui morsi e danni sono purtroppo largamente diffusi, anche se con diseguali gradazioni e conseguenze. Ma il tempo dell’estate come occasione di bellezza e serenità ritrovate tra viaggi e vacanze non può andare perso. Questa, più delle altre, è la stagione dell’anno che offre opportunità per girare in lungo e largo gli angoli di una Sicilia dove abbondano storia, natura e cultura. E non è banale ricordare l’eterogenea morfologia del territorio di un’isola che unisce mare e monti, costa e colline in un intreccio di panorami, usi e costumi tale da renderla sotto molti profili unica. Ebbene, mettere l’accento su questa duplicità mare-monti non è solo uno slogan, peraltro mille e più volte utilizzato quale segno che ha identificato il tratto di numerose campagne pubblicitarie pubbliche e private promosse nel corso degli ultimi decenni.
È un fatto, del resto, che dai comuni costieri si raggiungono contesti di livello naturalistico alto al pari del patrimonio d’arte e cultura conservato nel corso di lunghi secoli. Si pensi a Erice, borgo sospeso tra nuvole e miti vicino a Trapani, Marsala e San Vito Lo Capo o all’Etna, monte tutelato dall’Unesco come bene dell’umanità prossimo a Catania, Taormina e Giardini Naxos. E questi sono soltanto alcuni tra i luoghi siciliani più noti al mondo intero. Non meno belli e suggestivi sono in Sicilia, infatti, i contesti che legano l’azzurro del mare al verde della montagna: Madonie, Nebrodi, Peloritani e le altre catene collinari che s’affacciano sul Mar Tirreno e sul Mar Ionio ne sono dimostrazione. Oltre alla bellezza del paesaggio, questi luoghi offrono una molteplicità di sfumature e differenziazioni architettoniche sull’insediamento umano in Sicilia lungo i secoli. San Marco d’Alunzio, Caltabellotta e non pochi altri borghi medievali sembrano sentinelle poste a sorvegliare i paesi costieri costruiti in seguito intorno a castelli e chiese con l’autorizzazione delle licentiae populandi di epoca moderna.
Viaggiare in Sicilia può voler dire anche questo, cioè muoversi tra colori e storie che prendono ulteriore bellezza e ricchezza d’umanità nelle feste patronali e di piazza frequenti durante il mese di agosto. Non può sfuggire che queste feste di paese sono come un abbraccio dato a coloro che ritornano a casa perché emigrati o che giungono in visita perché turisti. In entrambi i casi le feste di piazza sono la celebrazione di un incontro, di un’amicizia chiamata a reggere alle prove della vita. Le risorse con cui oggi sono organizzate non si possono paragonare con quelle messe in bilancio nei momenti floridi di un passato nemmeno tanto remoto. Lo sanno i cittadini, i turisti, gli amministratori. Eppure, per quanto siano pervasivi gli effetti deleteri dell’attuale deficit finanziario, ogni festa di piazza ha un santo al quale portare un pensiero ed è illuminata dalle luci degli archi di luminarie come volta di un cielo stellato che tiene insieme persone, ricordi e bellezza.