Alla fine della seconda Guerra Mondiale, in Sicilia il movimento indipendentista e separatista assunse un ruolo di primo piano nella storia dell’isola. La separazione della Sicilia dalla Penisola e la sua annessione agli Stati Uniti d’America, di cui sarebbe potuta diventare la quarantanovesima stella, si prospettò concretamente, così come concreto fu il legame tra la mafia sicula – riemersa dopo un periodo di insabbiamento durante il regime fascista – e quella americana. Che il pericolo di un distacco della Sicilia e di una sua “americanizzazione” fosse reale lo dimostra la concessione, due anni prima che fosse varata la Costituzione, di uno Statuto speciale dalle venature federaliste.
Su che cosa veramente successe in quegli anni e in che modo si decise il futuro della Sicilia restano tutt’oggi, tra gli stessi storici, lati oscuri o comunque non sufficientemente chiari.
Salvatore Parlagreco, direttore del quotidiano on-line siciliainformazioni.com e da lunghi decenni firma di punta del giornalismo siciliano, col suo ultimo romanzo Operazione Lure, Come la Sicilia divenne la 49sima stella Usa edito da Navarra aggiunge misteri su misteri a pagine della storia probabilmente da approfondire immaginando ciò che nei fatti non è accaduto: l’annessione della Sicilia all’America.
Il romanzo, che segna il ritorno di Parlagreco alla narrativa (il suo “L’uomo di vetro”, divenuto anche un successo cinematografico, risale a quasi vent’anni fa), è ambientato nei nostri giorni.
La Sicilia, divenuta la quarantanovesima stella degli Stati Uniti d’America nel secondo dopoguerra a seguito di intese segretissime che prendono corpo nell’operazione Lure, dopo più di mezzo secolo chiede di staccarsi dall’America e di tornare a far parte dell’Italia. Il presidente degli Stati Uniti ammette il referendum: i siciliani potranno decidere se rimanere americani o ritornare italiani. Naturalmente, la questione Sicilia diventa un caso di rilievo internazionale di cui si occupa la stampa di tutto il mondo. In Italia, Il Repubblicano invia un suo corrispondente per sondare gli umori (l’esito della consultazione è incerto). Ma il corrispondente scelto non è un reporter qualsiasi: si chiama Burt Pierce ed è figlio di Reginald, che della misteriosa operazione che condusse all’annessione americana fu uno dei principali protagonisti e che dalla Sicilia non fece più ritorno. Anche a Burt Pierce la Sicilia sembra riservare lo stesso destino: essere inghiottito da misteri vecchi e nuovi al punto di far perdere ogni sua traccia. Il Repubblicano invia un altro giornalista, Salvo Visconti che, amico di Burt Pierce, oltre che ad affannarsi sulle ambiguità politiche dell’isola, indaga sulla sua scomparsa attraverso gli indizi di un’esistenza travagliata persino nelle vicende familiari. In un thriller mozzafiato, scandito dalla scrittura rapida e scorrevole di Parlagreco, gli intrighi s’intrecciano e si accavallano e il presente nebuloso s’interseca con gli enigmi del passato. A rendere la narrazione ancora più inquietante, nel romanzo figurano personaggi dell’attualità, quali ad esempio il presidente Trump.
Operazione Lure è un singolare giallo di fantapolitica dai risvolti imprevedibili, assai accattivante per i lettori. Ma non è solo un romanzo d’evasione, che cattura nei labirinti dei suoi arcani misteri: è, a suo modo, anche una miniera di spunti di riflessioni sulla Sicilia e sulla sua storia.
Per Parlagreco un felicissimo ritorno nella narrativa, che preannuncia peraltro – anche alla luce del successo che Operazione Lure, da poco in libreria, sta riscuotendo – ulteriori tappe che, nel disegno editoriale, daranno vita a una fascinosa sagra dei misteri siculo-americani.