Il Palazzo Alliata di Villafranca, fra le più antiche e nobili dimore storiche palermitane, il 16 e il 17 aprile ha ospitato Amor Librorum, grande mostra bibliografica che come di consueto presenta al pubblico antichi volumi di pregio usciti dai torchi delle più celebri stamperie.
La prestigiosa esposizione è giunta all’edizione numero diciassette ed è stata ideata ed allestita come sempre da Damiano Calabrese che con colta analisi filologica rende fruibile al pubblico un prezioso spaccato di conoscenza espressa mediante le più rare ed antiche opere editoriali prodotte principalmente in Sicilia.
La sede scelta è assolutamente d’eccezione: trattasi dell’antica quadreria di Palazzo Alliata di Villafranca di Palermo, la cosiddetta Sala dei Musici, che, per quest’occasione, ha accolto anche dei musicisti che hanno allietato il numerosissimo pubblico che ha riempito la Sala ed ha visitato il sontuosopalazzo palermitano, gestito dall’Associazione Palazzo Alliata di Villafranca, presieduta da Italia Messina.
L’edizione numero diciassette di Amor librorum ha, come ormai è consuetudine, ospitato una mostra nella mostra, quest’anno dedicata alle storiche librerie siciliane, studiate attraverso numerosi libri di carattere bibliografico o mediante antichi cataloghi di librerie del passato, custoditi ed esposti all’interno di alcune teche.
Un elemento di assoluto pregio presente in una della interessanti bacheche ideate da Calabrese è un’opera di Giuseppe Maria Mira del 1862 intitolata Manuale del Bibliografo che, anticipando altri autorevoli testi del settore quali il Narbone o il Cozzo, è stato e rimane tuttora un assoluto punto di riferimento per chi volesse prender contezza della produzione libraria realizzata fino ad oltre la metà dell’Ottocento.
È con emozione che con Damiano Calabrese sfogliamo qualche pagina estratta dal Mira da cui apprendiamo l’immenso sapere dell’autore che descrive tutte le opere con dovizia di particolari, narrandone la storia del testo, dando le indicazioni tipografiche e fornendo informazioni culturali attinenti alla sua produzione; e tenendo fra le mani il testo, diviso in due volumi, si effettua una sorta di viaggio nel tempo, andando a ritroso praticamente fino alla nascita della stampa stessa e leggendo le note del Mira si capisce quanto egli parli di libri che, come sottolinea Calabrese, fossero fisicamente presenti nella biblioteca dell’autore e di come essi fossero stati letti, studiati e analiticamente osservati.
E le descrizioni del Mira arrivano fino al 1465, a circa dieci anni dall’invenzione dell’arte tipografica, presentando “La città di Dio” di S. Agostino, o le “Epistole familiari” di Cicerone o i versi latini delle ancipite di Naso del 1472; poi ancora le spiegazioni sulle “Consietudinesfelicisurbispanormi”, “primo libro ai tempi del Pretore Francesco Patella” del 1477 stampato dal tipografo Uyel di Wormacia, e scritto dal Naso, o “Vita del glorioso Sanctohieronimo” del 1478, e non nel 1475 come osserva criticamente il Mira stesso.
In seno alla mostra “Librerie storiche siciliane” nelle bacheche sono stati presentati tanti altri libri tramite i quali veniamo a conoscenza dell’esistenza e del rilievo culturale, sociale e commerciale delle stamperie e delle librerie palermitane operanti nei secoli scorsi in Sicilia e soprattutto nel centro storico del capoluogo.
Appaiono la Libreria Pedone di via Rosolino Pilo, la Libreria Mancuso di Corso Finocchiaro Aprile, la Casa di Vendite Sarno in via Emerico Amari e le catanesi Libreria Tirelli e Prampolini ed anche la Libreria Antiquaria Fratelli Riggio che aveva la propria sede poco distante dalla mostra, ossia a Piazza Bologni, al numero civico 14.
Dalla “Guida descrittiva, amministrativa e commerciale di Palermo”, redatta da Gaetano Battaglia nel 1902 e pubblicata da Pedone Lauriel, apprendiamo che proprio agli albori del XX secolo il numero delle librerie palermitane ammontava a quattordici, tutte avente la sede commerciale tra il Cassaro, via Vittorio Emanuele, e la Strada Nuova, via Maqueda. Nel testo i rivenditori vengono divisi in due categorie, le “librerie d’occasione”, fra le quali quelle di Corpora, Fiorenza, Giambruno, Gino e Pedone Lauriel, e le “librerie moderne”, quali quelle di Biondo, Carosio, Fiorenza, Pedone Lauriel, Reber, Sandron, Vallardi o quelle dell’Unione Tipografica Editrice Torinese o della Società Editrice Dante Alighieri o della Società Editrice Libraria Milanese.
Fanno da sfondo alle teche alcuni pannelli che illustrano i testi più rilevanti e le informazioni principali relative alle librerie siciliane.
Fra gli altri libri presentati da Calabrese, a fianco di alcuni volumi storici, spicca un’elegante edizione dedicata alla Santa patrona di Palermo, il libro si intitola “Di S. Rosalia” di Giordano Cascini che in tre volumi, stampati nel 1651, raccontando la vicenda storica e religiosa di Rosalia de’ Sinibaldi, tesse una descrizione molto particolareggiata dei luoghi sacri che hanno visto la Santuzza come indiscussa protagonista, ponendo molta attenzione, mediante ampie tavole elegantemente incise, ai dettagli geografici e morfologici di Monte Pellegrino, eremo della Santa palermitana nel quale vennero trovate le reliquie nel 1624 e portate in processione al fine di scacciare la peste imperante in quei caldi giorni d’estate.
A fianco un altro testo dedicato sempre alla vergine palermitana: “Acta S. Rosaliae Virginis eximiae contra pestem Patronae” di Joanne Stiltingo, pubblicato ad Anversa nel 1748 da Bernardo Alberto Vander Plassche; questo volume consta di 547 pagine e di 24 tavole fuori testo ripiegate.
Altri capolavori attendono il visitatore quali la raccolta “Poesie siciliane” dell’Abate Giovanni Meli, pubblicata da Solli nel 1787; “Biografia degli uomini illustri della Sicilia ornata de’ loro rispettivi ritratti” di Giuseppe Emanuele Ortolani stampato in tre volumi a Napoli dal 1817 al 1819; “Dell’historia siciliana” raccolta per Gioseppe Buonfiglio Costanzo del 1738-39; “I Gagini e la scultura in Sicilia” scritto tra il 1880 e il 1883 da Gioacchino Di Marzo e la terza edizione della “Storia cronologica dei Vicerè Luogotenenti e Presidenti del Regno di Sicilia” stampata a Palermo nel 1867. Segue il “Dizionario topografico della Sicilia” di Vito Amico, tradotto dal latino da Gioacchino Di Marzo e stampato presso la celebre stamperia di Francesco Lao nel 1858; dalla medesima stamperia, sita in via del Celso, sono usciti altri due testi fondamentali della storia siciliana ed esposti a Palazzo Alliata: il famoso “Dizionario Siciliano-Italiano” di Mortillaro e “La rivoluzione di Giuseppe d’Alesi”.
E percorrendo per intero la Sala dei Musici di Palazzo Alliata sono tanti i capolavori editoriali che è stato possibile ammirare in tutta la loro bellezza, scoprendo o riscoprendo, come un libro possa essere una fonte di conoscenza per i contenuti scritti al suo interno, ma anche un’opera d’arte esso stesso, con la sua rilegatura, la copertina, l’eventuale presenza di stampe, i marchi degli ex libris e la sua stessa storia tipografica ed editoriale, indispensabile sussidio per la cultura e immancabile ausilio per costruire la nostra stessa evoluzione, che è fatta di preziosi testi che assurgono al ruolo di pilastri della nostra vita.
LUOGHI & STORIE - Grande successo a Palazzo Alliata di Villafranca per l'edizione XVII di Amor Librorum
(ph. Carlo Guidotti)