La confraternita è un gruppo di amici che condivide la passione per l'umano. Un'esperienza nata tra Ferrara, San Benedetto del Tronto e Foggia, estesa a Palermo e Castellammare del Golfo, Pesaro, Spagna, Terra Santa ed esplode in una grande trama di rapporti che si estende oltre il mare.
La prospettiva non è mai stata l'autonomia ma l'incremento di una passione che non ha paura di incontrare il diverso: abbracciare e servire il desiderio del cuore di ciascuno.
In questo momento storico la realtà di Betlemme sta dando uno spettacolo di splendore. Una donna, incontrata attraverso un amico di Mazara del Vallo presso l'ospedale pediatrico di Betlemme, che è l'unico della Palestina, torna a casa con un volto diverso, con uno sguardo diverso. Il marito la guarda e le chiede che cosa le è accaduto. Lei non sa spiegarlo ma gli dice di venire e vedere. Wafa ci racconta “grazie a questa amicizia ho imparato a vivere la mia libertà in una terra occupata. Il potere può controllare il mio corpo ma non può controllare il mio cuore”.
Gli amici di Pesaro raccontano l'esperienza che fanno ogni giorno con Silvio Cattarina, che si occupa da anni di ragazzi che sono nel giro delle dipendenze dalle droghe. “Il gesto più ragionevole che può compiere un genitore è quello di affidare i propri figli ad altri”: con queste parole sconvolgenti dà inizio ad un momento di confronto e di racconto della propria vita insieme ai ragazzi che personalmente sono coinvolti in questo percorso di approfondimento della propria vita del proprio destino.
E così tra un caffè, un grembiule nuovo da controllare, un saluto, una parola offerta nella semplicità di un rapporto, si incontra un'amicizia che dilata il cuore di ciascuno che si trova a passare da lì.
Queste e tante altre esperienze sono la vita che viene raccontata in un piccolo angolo del Meeting di Rimini e che testimoniano in modo concreto e consapevole il titolo stesso del Meeting “Tu sei un bene per me”.
Sul fondo l'opera che fa da sfondo allo stand è la guarigione del paralitico di Franco Vignazia. Opera scelta non a caso, perché il paralitico quando andò da Gesù probabilmente è stato sollecitato dai suoi amici: lui neanche sarebbe andato, ma aver obbedito a questi amici gli ha portato la guarigione ma soprattutto la possibilità di guardare in faccia il destino della sua vita ed è la stessa cosa che accade a chi incontra la confraternita che grazie allo sguardo e l'amicizia di un altro è condotto a rivedere la propria vita e a guardare in faccia il proprio destino.