L’8 dicembre a Palermo: l’antica ricorrenza dell’Immacolata Concezione

 

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(30 dicembre 2013) – Il mese di dicembre per la Sicilia, e per Palermo in particolare, è sempre stato denso di ricorrenze religiose che investono il popolo sin dai primi giorni del mese, per terminare con le festività natalizie che di fatto chiudono l’anno vecchio per aprirne uno nuovo carico di promesse e di attese.

Il mese dell’Avvento ha già in sé una festa antica: essa ricorre il giorno 6, è la festa di San Nicolò, a cui nell’Ottocento risultavano intestate diverse chiese e parrocchie cittadine; per festeggiare questo Santo, personificato dai bambini con una coccinella, anticamente si producevano dei caratteristici pani, che la tradizione voleva fossero utili a scacciare i pericoli di incendi, fulmini o i dolori da malattia; da questa credenza popolare nasce l’usanza di far trovare delle monetine, donate da San Nicola appunto, ai bambini nel momento in cui perdono il loro primo dentino.

Ma la prima manifestazione religiosa di dicembre che si tramanda di generazione in generazione fino ai nostri giorni è senza dubbio quella dell’Immacolata Concezione, Patrona della nostra città unitamente a Santa Rosalia e a San Benedetto il Moro.

La ricorrenza, da sempre molto sentita dal popolo palermitano, prevedeva che i preparativi iniziassero diverse settimane prima del giorno festivo vero e proprio, i festeggiamenti si intensificavano la sera della vigilia per poi terminare con la processione in trionfo il giorno successivo, l’8 dicembre.

È da sempre prevista un’organizzazione molto precisa ed attenta ai particolari; chi si occupa del coordinamento e della realizzazione sono gli uomini e donne appartenenti alle confraternite delle chiese interessate e tutto viene seguito con particolare devozione dai cittadini, sia residenti nel quartiere che abitanti di zone diverse. Come ci racconta Gaspare Palermo nella sua Guida Introduttiva del 1858, la sera della vigilia “l’Eccellentissimo Senato fa il dono di once 100, ed assiste ai Vespri in detta chiesa di San Francesco ed alla mezzanotte si canta Messa solenne al par della notte del S. Natale”.

Allora, come ancora adesso, il pomeriggio dell’8 dicembre si può assistere alla grande processione del Simulacro argenteo della Madonna da San Francesco d’Assisi sino al Duomo.

Domenica 8 dicembre, si è tenuta la manifestazione religiosa anche in una parrocchia lontana dallo sfarzo delle chiese più famose e antiche di Palermo, ma che da sempre si distingue per la passione con la quale coinvolge i fedeli. Trattasi della Chiesa di San Giuseppe, parrocchia del quartiere Passo Di Rigano, edificata nei primi anni del ‘900 sulla tenuta del Principe Pignatelli in luogo della vecchia chiesetta amministrata dai Frati Francescani di Baida. La celebrazione della Santa Messa è iniziata alle ore 10.00; al suo termine è scesa in strada la banda che ha percorso le due arterie principali del quartiere, via Castellana e via Casalini fino alle ore 12.00, attirando l’attenzione, come sempre accade, di bimbi, di passanti e di curiosi. L’appuntamento si rinnova alle 15.00, quando il piccolo ma curatissimo carro si affaccia timidamente sull’uscio della chiesetta dal caratteristico portale ogivale. Finalmente alle 15.30 tutti gli uomini e donne della confraternita “Maria SS. Immacolata”, fondata nel 1992, attraversano il cancelletto della piazzetta antistante, e con a capo una donna con lo stendardo in alto ben in vista, superano la classica luminaria recante la policroma scritta “W M SS IMMACOLATA”.

Ecco che inizia quindi una delle più classiche processioni religiose siciliane: a capo della fila vi è un uomo della confraternita con la tipica casacca celeste e il megafono, che fra una preghiera e un inno, all’unisono coinvolge l’assemblea, che è preceduta dal carro illuminato della Vergine e dalla banda che si esibirà fino alla fine del percorso. Alta è stata la partecipazione, tanto della gente in strada quanto di quella rimasta a casa, pronta ad affacciarsi per salutare il passaggio del carro esponendo, secondo un’antica tradizione ancora non del tutto perduta, la tovaglia importante o la coperta di valore impreziosita da antichi ricami. In poco meno di 2 ore il corteo ha percorso molte delle vie della zona, soprattutto quelle secondarie, che hanno consentito di riscoprire alcuni angoli nascosti del quartiere, soprattutto quelli del limite nord, quasi al confine con il vecchio parco di Boccadifalco, ancora per buona parte immerso nel verde.

In alcuni tratti su uno dei lati della strada è ancora possibile scorgere i canneti, che fino a qualche decennio fa erano protagonisti assoluti di tutta la zona dove scorreva, ancora a vista, il torrente che dà il nome al quartiere, il torrente Passo di Rigano, e in alcuni momenti, quando una leggerissima pioggia per qualche istante ha bagnato il percorso, era percepibile un timido profumo di agrumi, emanato da un limitrofo aranceto. La processione termina il suo corso rientrando in Chiesa per la celebrazione della Messa pomeridiana; chiuderanno i festeggiamenti 3 sequenze di classici giochi d’artificio al grido “Viva l’Immacolata, Viva Maria”.

 

 


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(Ph. Carlo Guidotti)

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