Il paesaggio naturale e umano della Sicilia, in molti casi bello da togliere il fiato e comunque capace di imprimersi nell’animo, viene raccontato in questa rubrica attraverso lo sguardo dell’appassionato e della sua fotocamera. Nuccio Lo Castro, che di Sicily Present è direttore responsabile, ci accompagnerà settimanalmente in questo viaggio per fotogrammi. Architetto e storico dell’arte, egli si occupa di restauro dei monumenti, museografia e promozione di eventi culturali; come fotografo (da quarant’anni e per passione) ha realizzato mostre personali in Italia e all’Estero e pubblicato volumi fotografici. Ha fondato e dirige la rivista di studi siciliani «Paleokastro». - Sicily Present
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(24 luglio 2012) - “Il luogo era l’aria, una superficie circolare, esposta al vento di tramontana. Solitamente uno spazio da sempre utilizzato allo scopo veniva preparato con la bagnatura del terreno e con la dissemina di paglia minuta, che veniva pressata per diventare dura e compatta. Al centro venivano poste le spighe sfasciate, mentre ai bordi i covoni legati. All’interno venivano fatti entrare i muli provvisti di cuddaru e capizzuni, appaiati e fatti procedere in cerchio dal turniaturi (pisaturi), che comandava con le redini, la voce e la frusta (‘zzotta, capu). Un solo animale in alcuni casi trascinava una macina in pietra provvista di anello per la legatura (‘bbalata, petra ‘i l’aria). Frantumate, le spighe venivano di tanto in tanto rivoltate con il trirenti, ovvero si vutava l’aria. Dopo quattro, cinque turni di pesatura (cacciati), fra i quali si prevedeva una piccola sosta per il ristoro di uomini e animali, l’operazione era conclusa”.
Copyright © 2012 - Testo e photo NUCCIO LO CASTRO