Saline, sale e salinari allo Stagnone – Mozia, agosto 1999


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Il paesaggio naturale e umano della Sicilia, in molti casi bello da togliere il fiato e comunque capace di imprimersi nell’animo, viene raccontato in questa rubrica attraverso lo sguardo dell’appassionato e della sua fotocamera. Nuccio Lo Castro, che di Sicily Present è direttore responsabile, ci accompagnerà settimanalmente in questo viaggio per fotogrammi. Architetto e storico dell’arte, egli si occupa di restauro dei monumenti, museografia e promozione di eventi culturali; come fotografo (da quarant’anni e per passione) ha realizzato mostre personali in Italia e all’Estero e pubblicato volumi fotografici. Ha fondato e dirige la rivista di studi siciliani «Paleokastro». - Sicily Present

Ogni martedì e sabato online su «Sicily Present» 



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(10 novembre 2012) - All’ombra del monte di Venere, le acque sono state sospinte via via nelle piatte vasche orlate da una fitta geometria di muretti tufacei, a iniziare dalle fridde, e fatte progressivamente risalire e distendere nei vasi cultivi, nelle caure, nelle vasche salanti; la forza del vento, intercettato dalle pale dei mulini, ne ha fornito l’energia.

Il sale viene generato dalle acque evaporate al sole, come dono del mare: si deposita in cristalli bianchi e purissimi, raccolto da salinari dalla pelle riarsa e accatastato in ordinati mucchi sugli arioni, protetto da falde di canali in terracotta.

Al lavoro febbrile di una volta si associavano quelle nenie che enumeravano le coffe caricate sui carretti: Caminamu picciotti, e n’haju una/ aisamu tanticchia, e dui n’haju/, mittemu sali e li salini, e n’haju trini…

 


Copyright © 2012 - Testo e photo NUCCIO LO CASTRO


 

 

 

 

 

 

 

 

 

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