(19 dicembre 2014) – Natale è alle porte. Ce ne accorgiamo perché percorrendo le strade delle nostre città ci imbattiamo già in vetrine addobbate a festa con piccole luci variopinte ad intermittenza. Aldilà di questo aspetto meramente folcloristico, non dimentichiamo che il Natale è principalmente una festa religiosa preceduta da un breve periodo (circa quattro settimane) di preparazione alla nascita di Gesù Cristo.
Presi come siamo dalla corsa all’acquisto di regali da scambiarci con amici e parenti, ci siamo mai chiesti perché ogni anno si festeggia il Natale? Qual è il suo reale significato?
Sin da piccoli ci è stato raccontato che in una fredda notte d’inverno nacque Gesù Bambino, in una misera mangiatoia nella dimenticata città di Betlemme e con la fantasia immaginavamo quel piccolo corpicino in una grotta immersa in un paesaggio di neve, riscaldato solo dal fiato di un bue e di un asinello ma colmato di amore e tenerezze per la presenza costante della madre e del padre adottivo, Giuseppe, circondato da umili pastori, accorsi da più parti per vederlo ed adorarlo.
Quando poi ci dicevano che quel bimbo era il nostro Dio e sua madre, la Beata Vergine Maria, era la mamma di tutti noi, sbarravamo gli occhi chiedendoci cosa in realtà si volesse dire ma solo pochi, crescendo, hanno voluto approfondire questo mistero. Perché di un mistero si tratta, del più grande dono d’amore che nostro Signore ha voluto farci. Quando Dio Padre creò l’uomo e la donna, si compiacque di quel che aveva fatto. Noi eravamo le creature a Lui più care e tutte le bellezze del creato ci erano state offerte gratuitamente per la nostra felicità. Ma noi non abbiamo compreso la grandezza del nostro Dio e stupidamente abbiamo preteso di essere come Lui o addirittura superiori al nostro creatore.
Dio ci amava, voleva per noi il meglio, probabilmente ci avrebbe elevato quasi al suo stesso livello se solo avessimo riconosciuto il nostro nulla al suo confronto.
Il patto di alleanza tra Dio e il primo Adamo si era ormai spezzato. L’uomo con la sua disobbedienza e la sua pretesa onnipotenza si era liberamente allontanato dal suo Creatore, non era più degno di stare al suo fianco.
Ma Dio che è la Bontà e la Misericordia assoluta non ha voluto abbandonarci. Più volte si è rivelato a noi dandoci chiari segni del suo amore e del suo perdono. Nelle Sacre Scritture viene riportata la liberazione del popolo di Israele dalla schiavitù del Faraone egiziano, la consegna a Mosè sul monte Sinai delle Tavole con i dieci comandamenti incise personalmente da Dio, le rivelazioni degli antichi profeti che parlavano in nome di Dio annunciando la venuta del Messia ed altri eventi futuri voluti da nostro Signore. Eppure l’uomo nonostante questi segnali non ha colto il messaggio Divino.
Fragile per sua natura, non ha la forza di contrastare il male che lo insidia giorno per giorno e spesso in preda alle tentazioni viene trascinato nel peccato perdendo la sua vera umanità, la sua dignità e fierezza di creatura fatta ad immagine di Dio.
Per questo, per la nostra salvezza, il nostro Padre celeste ha voluto rivelarsi in modo ancora più tangibile. La sua compassione verso la condizione umana debole e precaria, lo ha spinto ad abbassarsi sino a noi per ricondurci a Lui. Assumendo in toto, attraverso il Figlio, la natura umana, senza perdere quella Divina che è insita nella sua Persona, ha voluto percorrere accanto a noi il calvario della vita terrena, fatta di sofferenze, di debolezze, di sudore, di fatica e di morte. Con la sua umiltà e bontà verso tutti (anche i suoi nemici) ha voluto essere un esempio da seguire, con la sua consapevole sottomissione al Padre sino alla morte in croce ha voluto essere lo strumento di redenzione e di salvezza del genere umano.
Non poteva nascere in una reggia, non sarebbe stato credibile il suo immenso amore verso le sue creature.
E quando noi ci troveremo in condizione di bisogno, di sofferenza, di povertà penseremo a Lui che ha voluto essere l’ultimo tra gli ultimi e il suo ricordo di vero uomo, inteso non come super uomo, ma come uomo capace di agire secondo la volontà di Dio cioè secondo lo stampo che nostro Signore nel momento della creazione ci ha dato, ci sosterrà per superare tutte le difficoltà di questa vita terrena.
Questo è il mistero dell’Incarnazione, l’essersi fatto uomo come noi per elevarci e ricondurci a Dio Padre, origine e fine di tutte le cose.
Prepariamoci dunque ad accogliere con gioia e riconoscenza questo stupendo dono d’amore nell’attesa della seconda, definitiva e gloriosa venuta di Gesù Cristo e del suo Regno di luce, di giustizia e di pace.
Nella foto lo scorcio di un presepe esposto nella mostra “Presepiando al Museo 2. Viaggio intorno al mondo del Presepe. Omaggio ad Elisa Messina”. La mostra è rimasta aperta al pubblico a Termini Imerese dal 5 dicembre 2013 al 6 gennaio 2014 nelle sale del Museo Civico Baldassare Romano (ph. SicilyPresent.it)