(21 febbraio 2015) – Cosa hanno in comune il mondo della pianura padana del dopoguerra, rappresentato da Giovannino Guareschi e reso famoso da Peppone e don Camillo, e il mondo di Enzo Jannacci, espresso nelle sue numerose e famose canzoni? A prima vista possono apparire mondi lontani, anche geograficamente: l’Emilia è diversa dalla Lombardia, la campagna dalla città. Eppure c’è un filo rosso che li unisce costituito dalla tipologia dei personaggi che entrambi avevano a cuore e che ci hanno consegnato grazie alla loro arte, descrittiva e canora.
Questo lavoro di confronto e sintesi, si è tradotto in un video già presentato la scorsa estate al Meeting di Rimini, che evidenzia i punti in comune tra il “Mondo piccolo”, l’universo della Bassa parmense raccontato da Giovannino Guareschi, l’autore italiano più tradotto nel mondo, e la “Roba minima”, la “roba de barbun”, dei “disgraziati” cantati da Enzo Jannacci, il geniale e poetico medico-cantante.
Personaggi quali don Camillo e Peppone, la maestra Cristina, la figlia dei ricchi borghesi eletta Miss alla festa dell’Unità e i personaggi delle canzoni di Jannacci, come Vincenzina davanti alla fabbrica, il senza tetto con le scarpe da tennis, l’innamorato che prende il treno per non essere da meno riacquistano vita e richiamano fortemente una dimensione odierna, quella della periferia dell’umano, così cara a papa Francesco. Si tratta di personaggi in apparenza marginali, che non cercano il riconoscimento sociale ma, non si sa come, semplicemente stanno, vivendo dei loro bisogni e desideri. In realtà sono il centro dell’esistenza.
Il video è stato presentato e illustrato nei giorni scorsi a Palermo alla presenza di colui che ne è stato l’ideatore e il curatore: Giorgio Vittadini. Oltre 150 persone si sono radunate per un pomeriggio di convivenza e allegria nel quale la visione del filmato, organizzata dal Centro Culturale “Il Sentiero”, si è accompagnato alla illustrazione che ne ha fatto Giorgio Vittadini e si è concluso contando insieme, giovani e meno giovani, alcune delle più belle e famose canzoni di Enzo Jannacci.
È stata una bella e piacevole occasione per imparare il modo, all'apparenza semplice ma nella realtà drammaticamente umano, con cui Guareschi ha affrontato nella sua vita l'amicizia, il dolore, la felicità, i rapporti familiari, la memoria, la morte: sempre con la leggerezza dell'ironia e dell'umorismo, ma anche con la consapevolezza del rapporto con il Destino.
Il parallelo tra i due personaggi ha affascinato soprattutto i giovani presenti, che grazie ai film che ciclicamente proietta la TV sanno un po’ di Guareschi. Più noti forse i personaggi delle canzoni di Jannacci, ma visti con occhio più attento e appassionato.
Dopo la proiezione c’è stato più che un dibattito una avvincente chiacchierata tra Giorgio Vittadini e i presenti, soprattutto i giovani provocati dal confronto con personaggi così apparentemente diversi, ma anche così vicini alla loro condizione odierna.