Liceo Artistico Ragusa Kiyohara e Associazione Arcobaleno di Popoli: bellezza e solidarietà nella mostra “Lo sbarco”

 

A Palermo dal 13 al 15 maggio nella Chiesa di Santa Maria dei Miracoli a Piazza Marina si è tenuta la seconda edizione della mostra di solidarietà dal titolo “Lo sbarco”. Iniziativa che, per il secondo anno di seguito, ha visto protagonisti gli studenti del Liceo Artistico V. Ragusa e O. Kiyohara in collaborazione con l'Associazione Arcobaleno di popoli che si occupa nella nostra città dei migranti e delle loro problematiche promuovendo per la loro integrazione un approccio interculturale nel rispetto delle diversità culturali e linguistiche di quanti sono costretti a lasciare i loro paesi per motivazioni diverse e giungono da noi con la speranza di iniziare una nuova vita ma anche con il desiderio di potere conservare le proprie radici e tramandarle ai propri figli.

La scuola, all'interno di un percorso di educazione alla solidarietà, ha partecipato a un progetto che ha sviluppato le tematiche degli sbarchi, della accoglienza dei migranti e dell'intercultura attraverso varie fasi di approfondimento. Momento finale del percorso didattico è stato la mostra che ormai sta diventando un appuntamento importante di questa scuola vista la maggiore partecipazione di ragazzi e docenti rispetto allo scorso anno, segno questo di un aumentato interesse rispetto a queste tematiche e di una più grande consapevolezza di quanto sia importante trattarle a scuola per una educazione dei ragazzi all'accoglienza.

La mostra è stata preparata nei vari laboratori della scuola dove la riflessione sui temi in questione si è comunicata nella modalità che più è congeniale per studenti di un liceo artistico, attraverso l'espressione in forme d'arte. Si sono prodotti manufatti di ogni genere, dalla pittura alla scultura, piatti e mattonelle di ceramica decorati, ventagli con decorazioni sul tema, oggetti e bigiotteria in legno. Il lavoro di preparazione ha impegnato i ragazzi per mesi nelle ore di lezione, con la guida dei loro insegnanti e la preziosa collaborazione dei tecnici di laboratorio, ma la fatica è stata accompagnata dalla consapevolezza che si contribuiva a un gesto di solidarietà nei confronti di bambini che hanno bisogno del nostro aiuto per potere studiare nel loro paese. Infatti il lavoro è stato finalizzato all'acquisto dell'arredamento scolastico di una piccola scuola nel villaggio di Elenkine in Senegal e un ponte si è consolidato con questa realtà così lontana dalla nostra.

Lo scopo del lavoro e della fatica ha reso lieti i ragazzi, si vedeva dal loro volto, questa esperienza fa capire che i giovani, quando sono aiutati a guardare all'altro, anche se lontano e che non conosceranno mai direttamente, sanno muoversi, anche compiendo una fatica, in modo generoso ed è proprio l'assoluta gratuità del gesto che ha reso lieti non solo i ragazzi, ma anche gli adulti che li hanno seguiti nel lavoro.

Questa esperienza didattica ha saputo coniugare bellezza e solidarietà valorizzando le molteplici tradizioni dei popoli a partire dalla convinzione che il dialogo è possibile solo nel reciproco riconoscimento del nostro essere diversi. E’ come se ci si dovesse perdonare reciprocamente la nostra diversità per arrivare a capire che le differenze, se accettate, ci arricchiscono e che senza questo sguardo nuovo all’altro non è possibile la costruzione di un mondo nuovo.

L'arte poi contribuisce all'incontro autentico fra i popoli, è questo che i ragazzi con il loro lavoro hanno voluto trasmetterci perché “L’umanità può vivere senza la scienza, può vivere senza pane, ma soltanto senza la bellezza non potrebbe più vivere, perché non ci sarebbe più nulla da fare al mondo. Tutto il segreto è qui, tutta la storia è qui”, come ci ricorda Dostoevskij.

 


 

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(ph. Maria Tumminia)


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