Dal 9 al 12 giugno si è tenuta la 7^ edizione di “Una Marina di Libri” nell’incantevole scenario dell’Orto Botanico di Palermo. Questa manifestazione in pochi anni è cresciuta di importanza tanto che quest'anno ha ospitato ottanta case editrici indipendenti , tra queste alcune importanti e affermate e altre che si stanno affacciando da poco nell’editoria italiana.
Queste giornate hanno visto accanto al susseguirsi di presentazioni di libri nelle sale e negli angoli suggestivi dell’Orto Botanico anche seminari, incontri culturali e dibattiti, performance, letture di testi, laboratori di lettura e scrittura per i bambini, spettacoli, proiezioni di film, mostre; insomma quattro giornate in cui il tempo è stato riempito da eventi culturali che hanno registrato sempre una notevole presenza di pubblico.
Passeggiare in questi giorni per i viali di questo splendido giardino ha fatto respirare un'aria di una bellezza, se si può così dire, ancora più bella. I molteplici gazebo delle case editrice con le loro esposizioni di libri hanno incantato i visitatori; malgrado le moderne tecnologie forniscano altri supporti per la lettura, i libri hanno un fascino insostituibile, chi li ama non può non farsi prendere dal desiderio di prenderli in mano e sfogliarli come se con questo semplice gesto già si potesse fare una lettura veloce del testo e capire se quello che abbiamo in mano è proprio il libro che fa per noi,se può dirci qualcosa di interessante, se può rispondere a domande inespresse che stanno in fondo al nostro cuore. Sì, perché credo che quando si cerca un libro da leggere, qualsiasi sia il genere a cui ci indirizziamo, è perché abbiamo delle domande a cui vogliamo dare risposta; abbiamo chiaro che le risposte devono venire da fuori di noi e con esse confrontarci per arricchirci, per conoscerci meglio, per andare più al cuore di noi stessi.
Leggere in fondo è come ascoltare un amico le cui parole paragoniamo con le esigenze più profonde di noi stessi e un amico deve essere una presenza tangibile. Ecco perché forse il tablet non riesce a sostituire il libro, noi vogliamo incontrare la fisicità del testo da cui ci aspettiamo tanto,vogliamo toccare le sue pagine,sfogliarlo, vederne le immagine, leggerne qualche frase qua e là prima di deciderci a farlo nostro, questa possibilità ci rassicura, ci trasmette quasi un calore umano perché dietro tutti gli aspetti di un libro ci sono anche delle scelte editoriali e ci sono dei messaggi rivolti a noi.
Il successo di pubblico di questi giorni ci fa anche capire che si ha un grande bisogno nella nostra città di manifestazioni di questo tipo. Palermo con la sua storia e le sue espressioni artistiche è il luogo giusto per ospitare eventi culturali, che dovrebbero essere più frequenti per venire incontro ai desideri e alle esigenze della sua gente. “Una Marina di Libri” è stata un'occasione importante che in futuro potrebbe avere ulteriori sviluppi; la crescita di questa edizione, il credito da parte di importanti case editrici a questa manifestazione e il successo di pubblico fanno ben sperare.
Formula vincente di questa edizione è stata sicuramente inserire l'evento in un contesto scenografico ideale come quello dell’Orto Botanico, giardino ineguagliabile che tutti ci invidiano ma che forse dovrebbe essere inserito in circuiti turistici che ne permettano una maggiore fruizione; negli ultimi anni, tuttavia, le manifestazioni culturali e le mostre che di tanto in tanto ospita fanno si che i palermitani possano conoscerlo e goderne. Spesso infatti il rischio è quello che non si conosce ciò che ogni giorno è a nostra disposizione perché celato ai nostri occhi.
In queste giornate il connubio fra natura e cultura è stato perfetto, i libri hanno contribuito a far visitare il giardino e a valorizzarlo e le bellezze naturalistiche hanno fatto da sfondo a tutti gli eventi culturali.
Assistere a un incontro, ascoltare bei testi fra gli alberi o sotto i giganteschi ficus, seguire il percorso dei gazebo lungo la meravigliosa vasca delle ninfee è stato veramente suggestivo e uscendo dal cancello si è andati via con il desiderio di tornare magari per leggere il libro che ci ha convinto a diventare nostro su una panchina all'ombra di qualche albero centenario.