La mostra Nuove generazioni. I volti giovani dell'Italia multietnica, presentata quest’anno al Meeting per l'amicizia fra i popoli, sta percorrendo l'Italia ed è stata ospitata da tante scuole.
In questi giorni è giunta anche a Palermo e nell'aula magna del Liceo Artistico Vincenzo Ragusa e Otama Kiyohara è stata illustrata dagli studenti della scuola.
Favorire lo sviluppo di un’autentica cultura dell'incontro è compito della scuola come conferma la Dirigente prof.ssa G. Attinasi che accogliendo la mostra ha permesso che si sviluppasse un percorso di approfondimento del tema. Le conoscenze sono importanti, aiutano a formare il giudizio e cambiare la posizione del cuore rispetto a questioni, come quella del rapporto con i migranti, su cui spesso non si riflette con obiettività, ma influenzati dalle notizie dei media.
I ragazzi sono stati protagonisti di questo progetto, hanno fatto proprie e spiegato le ragioni della mostra e in questo sono stati aiutati dall'incontro con Dunsen un ragazzo italiano perché nato in Italia ma con le radici culturali dello Sri Lanka, proprio un volto giovane dell'Italia multietnica.
Dei motivi che spingono i migranti a lasciare le loro terre e delle possibili soluzioni politiche si parla tanto e se ne parlerà ancora, ma questa è stata un'occasione per gli studenti per affrontare il problema delle migrazioni anche da un altro punto di vista, quello della immedesimazione nella vita di ragazzi della loro età che frequentano le nostre scuole, che sono seduti accanto negli stessi banchi e di cui spesso non conosciamo le loro storie.
Sono ragazzi nati in Italia o arrivati da noi quando erano molto piccoli e molti di loro hanno anche la cittadinanza italiana e comunque si sentono italiani. Attraverso la scuola e i molteplici contesti sociali si incontrano con la nostra cultura e le nostre tradizioni, la difficoltà per loro sta nel conciliare la cultura del paese che li ha accolti con la cultura dei paesi di origine che le famiglie vogliono trasmettere ai loro figli. L'incontro fra culture diverse dovrebbe portare ad una identità arricchita a condizione che nella nostra società, nelle nostre scuole si abbia rispetto per le persone e le loro storie, purtroppo c’è sempre il rischio che non si prenda nemmeno in considerazione la tradizione culturale dei migranti e la si voglia semplicemente sostituire con la nostra tradizione e il nostro stile di vita, operazione in apparenza più comoda ma non utile a nessuno. Immedesimarsi invece vuol dire capire che grande difficoltà si vive nel rapportarsi con culture diverse nel momento in cui si fa fatica per crescere e costruire la propria identità, la propria personalità.
È un percorso a volte tutto in salita in cui i ragazzi vivono un disagio che può rivelarsi drammatico, pensiamo ai giovani radicalizzati e protagonisti di attentati terroristici nelle nostre città europee. Di fronte a questi episodi non possiamo solo stupirci, dobbiamo interrogarci a tutti i livelli della nostra società e soprattutto a scuola dobbiamo sentire più pressante l'emergenza educativa presente nella nostra società, resa più complessa dalla multiculturalità che sta modificando sempre più la fisionomia del vecchio continente europeo. Questi volti giovani di una Italia che cambia hanno bisogno di essere incontrati sul serio, se questa realtà si conosce allora non se ne può avere paura, anzi ci si rende conto che è una risorsa e un'opportunità per tutti. In fondo siamo di fronte ad una alternativa che riguarda ognuno di noi, fare nostra la “cultura dello scarto” o la “cultura dell'incontro”, della vera accoglienza che è il contrario del tollerare la presenza del diverso da noi. Accogliere deve significare immedesimarsi, volere il bene dell'altro, desiderare che da un incontro ne derivi un'amicizia che in modo reciproco arricchisce la vita e aiuti a costruire identità più consapevoli del fatto che le culture non devono costruire difese ma ponti. La mostra ha rappresentato un input per gli studenti per conoscere un po’ di più delle difficoltà, ma anche dei desideri e dei sogni di ragazzi che ormai fanno parte del nostro mondo e che chiedono di essere accolti nella interezza della loro persona. Un percorso per aiutarci a capire che “l'accoglienza e la condivisione sono l’unica modalità di un rapporto umanamente degno”.
La mostra sarà in esposizione durante la Settimana dei migranti, dal 14 al 20 maggio, nella Chiesa di S. Maria dei Miracoli a p.zza Marina a Palermo