Il recente Congresso mondiale sulla Famiglia di Verona, pur in mezzo, o forse anche grazie, a contestazioni, strumentalizzazioni, interpretazioni e manipolazioni, ha contribuito in due cose.
La prima è che in Italia si sia tornato a parlare di famiglia. Che i leader dei due partiti al Governo siano stati “costretti” a promettere interventi di welfare per sostenere la famiglia è un fatto certamente inaspettato, per quanto già scritto nel “Nel nuovo Evangelo”, cioè il c. d. Contratto di Governo. Che il Governo in carica prometta di sostenere le famiglie, qualunque sia lo scopo più o meno recondito, lo è certamente meno, perché promesse di questo genere hanno accompagnato la vita di tutti i governi della Repubblica: peccato che quasi mai si siano tradotti in reali incentivi alla procreazione o al sostegno delle politiche familiari.
Del Congresso di Verona, per noi che non ci siamo stati, rimane il desiderio di sapere cosa effettivamente si sia detto, che esperienza positiva di famiglia sia stata proposta, che confronto tra le varie posizioni in campo sia emerso. Tra le pieghe della stampa italiana - non di regime - è apparsa la lettera di un nonno che con altri nonni si è recato da Milano in pullman a Verona per prendere parte alla giornata finale.
Dopo la descrizione di un momento di festa e senza manifestazioni contro così conclude: “Fin da subito abbiamo potuto constatare la presenza di un grande popolo (non entro nella solita polemica sui numeri), gioioso e variopinto: c’erano giovani con la “cresta”, anziani con la cravatta, famiglie di mezza età con figli piccoli e grandi, nonni con nipoti, giovani coppie con carrozzine e biberon. Tra tanta gente, non vi era un solo cartello che si esprimesse “contro” qualcuno o qualcosa: solo scritte che si esprimevano positivamente a favore della famiglia, della vita, dei figli, della natalità, della bellezza della vita. Grande differenza con la manifestazione che si è tenuta il giorno precedente. Stavamo partecipando ad una manifestazione pro vita e famiglia, non contro qualcuno o qualcosa”.
Il testo integrale si può leggere su https://www.tempi.it/sono-andato-alla-marcia-per-la-vita-e-la-famiglia-di-verona-ecco-cosa-ho-visto/.
La seconda è che le famiglie italiane, al di là della rappresentazione che se ne vuole dare, sono nella stragrande maggioranza un luogo buono e positivo in cui si cerca di far crescere le nuove generazioni. Senza voler negare difficoltà e crisi, che vengono da molto lontano e che coinvolgono forse l’intero pianeta, le nostre famiglie reggono ancora l’urto dei tempi. E reggono questo urto anche senza e forse contro un’opinione pubblica che le combatte come può e come sa.
Esempi in tal senso se ne possono reperire ovunque, dal Trentino alla Sicilia, e proprio in un piccolo paese della provincia di Enna, Centuripe, si è sviluppata una esperienza di confronto sostegno e aiuto tra famiglie che, lontano da riflettori e senza interviste, procede da parecchio tempo.
Si sono riunite alcune famiglie dell’Associazione Famiglie per l’Accoglienza, una Associazione Nazionale che da 1982 riunisce ed aiuta le famiglie che hanno dato vita a forme di accoglienza, e portano avanti esperienze forse poco interessanti per la moderna comunicazione, ma molto utili per coloro che questa esperienza vivono e diffondono. Ha come propria missione specifica le attività di formazione e di accompagnamento permanente delle famiglie accoglienti, adottive o affidatarie.
A tale scopo realizza, compatibilmente con le forze disponibili: gruppi di mutuo aiuto familiare, minicorsi di preparazione all’affido e all’adozione, incontri ed eventi pubblici sui temi specifici dell’accoglienza, servizio sociale e psicologico, progetti per diffondere una cultura dell’accoglienza e della gratuità.
Il metodo che caratterizza l’attività dell’Associazione fa leva sulla consapevole responsabilità sociale delle famiglie che praticano accoglienza e sul mutuo aiuto fondato sullo scambio di esperienze, di servizi e conoscenze, anche attraverso la costruzione di reti con altri soggetti qualificati, pubblici o privati, presenti sul territorio.
Famiglie per l’Accoglienza è divenuto negli anni un interlocutore credibile ed autorevole con le istituzioni e con gli enti che si occupano di assistenza ed accoglienza familiare. Attraverso le segreterie e i referenti di area (affidamento familiare, adozione, ospitalità adulti in difficoltà, accoglienza anziani, accoglienza figli disabili) riceve a livello locale le richieste di aiuto per minori e adulti in situazioni difficili e cerca disponibilità alla loro accoglienza presso una famiglia..
L’Associazione è nata entro l’alveo di Comunione e Liberazione, ma come spiega Gaetano Scornavacche, il responsabile locale: “ha sempre avuto rapporto con tutti e con tutto e la verifica sta nel fatto che in tutt’Italia, come a Centuripe, vi aderiscono famiglie provenienti da tanti tipi di esperienze, anche non cristiane”.
Alcune famiglie di Centuripe di recente hanno dato vita ad una serie di incontri per affrontare insieme alcuni dei temi più urgenti. In collaborazione con il Forum delle Associazioni familiari (Progetto #dònàti), il Centro Culturale “Solidarietà” e l’Unità Pastorale di Centuripe hanno promosso, in questo ultimo mese, tre incontri - confronto tra esperienze familiari.
Il primo si è svolto sabato 16 marzo, sul tema “Scuola – Famiglia: luoghi di accoglienza, luoghi di educazione”. Sono stati invitati Maria Concetta e Tommaso Azzarello che sono venuti da Termini Imerese per parlare di educazione. Hanno più volte ribadito, infatti che “tutta la questione dell'educazione è quella di seguire un maestro”. Raccontando della loro esperienza familiare hanno detto. “Noi non possiamo proporre noi stessi, ai figli non bastiamo”. E poi hanno posto ai presenti la domanda: “Chi può contenere il desiderio di eternità dei nostri figli? I nostri ragazzi hanno bisogno di sentirsi dire: è bene essere al mondo”! “Ci vuole un incontro - hanno risposto – che li aiuti ad imparare”. Il dibattito seguente è stato molto appassionato perché si sono confrontate molte esperienze, spesso difficili, da cui è emerso il bisogno e il desiderio di una amicizia e una compagnia che molti hanno già trovato nella esperienza di Famiglie per l’Accoglienza.
Analogo copione si è svolto sabato 30 marzo quando sono stati chiamati da Catania Rossella e Paolo Italia, che hanno parlato su: “Affido: una famiglia per crescere”. In quella circostanza la comunicazione e il dibattito si sono incentrati sulle esperienze di adozione e affido che molte famiglie fanno. “Abbiamo dovuto constatare con amarezza come questa problematica ormai non interessa quasi a nessuno – ha commentato Scornavacche – Quando una famiglia comprende che non può avere figli naturali ha oggi tante opzioni per ottenerlo e la possibilità di prendere qualcuno già nato e abbandonato, non viene presa in considerazione. In Italia ve ne sono sempre meno e l’adozione internazionale richiede tanto tempo, molta pazienza e soldi a sufficienza, a tal punto che molti desistono”.
L’ultimo incontro si è svolto sabato 6 aprile con don Pietro Scardilli, Vicario Generale della Diocesi di Nicosia, il quale ha affrontato il tema: “La famiglia nell’Amoris Laetitia: misericordia, dono accoglienza”.
“Abbiamo voluto parlare di questo importante documento – ha concluso Scornavacche – per aiutare tutti a superare l’errata convinzione che la Chiesa sia una specie di guardiano della famiglia, buono solo a dire di no, mentre è il suo più grande alleato. La Chiesa aiuta la famiglia e la famiglia rende più interessante la Chiesa”.
Ma il lavoro prosegue. L’Associazione Famiglie per l’Accoglienza di Centuripe partecipa attivamente al Forum delle Famiglie della Sicilia ed è impegnata soprattutto a tenere i rapporti con le altre famiglie della Regione. L’associazione è infatti presente in quasi tutte le provincie dell’isola.
La sede nazionale è in Via Macedonio Melloni, 27 -20129 Milano tel. 02/70006152 – fax 02/70006156 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.