(6 febbraio 2013) – Dallo scorso venerdì 1° febbraio ha aperto al pubblico la mostra storico-documentaria “Lo Studio Basile. Crocevia di Arti e Mestieri”, ospitata presso l’Archivio Storico Comunale di Palermo (via Maqueda n. 157). Saranno esposti, fino al 23 febbraio, un notevole numero di documenti ed oggetti appartenuti allo Studio Basile.
L’esposizione – promossa dal Comune di Palermo, in collaborazione con l’Associazione 42 Edizioni, l’Assessorato Regionale ai Beni Culturali e la “Fondazione Livia Titi Basile” e patrocinata dall’Università degli Studi di Palermo – è stata curata da Massimiliano Marafon Pecoraro ed Eleonora Marrone. A Marafon Pecoraro abbiamo posto alcune domande per addentrarci nello spirito della mostra, ve le proponiamo di seguito corredate dalle risposte.
Le carte che verranno messe in mostra all’archivio comunale sono inedite? Cosa conservano di importante per ricostruire la storia dello “Studio Basile”?
La maggior parte delle opere in mostra sono inedite. Foto, piante, documenti e alcuni disegni. Tra queste spiccano i materiali che riguardano la costruzione del Teatro Massimo, di Montecitorio (con una straordinaria foto di Aristide Sartorio colto mentre dipinge il fregio della camera dei deputati) e del Villino Basile di via Siracusa a Palermo, dimora di Ernesto Basile e architettura manifesto della sua architettura. A queste si aggiungono alcune opere (sempre inedite) dei due figli di Ernesto, Roberto e Giovan Battista Filippo jr. Non meno importanti i grandi acquarelli di Giona Battista Filippo Basile, tra i quali spicca quello del padiglione italiano dell’Esposizione Internazionale di Parigi, già esposti alla mostra tenutasi nel 2000 presso il Loggiato di San Bartolomeo di Palermo, a cura di Eliana Mauro ed Ettore Sessa
Perché lo Studio è presentato dal titolo della mostra come un “crocevia di arti e mestieri”?
Perché attorno all’attività professionale dei Basile gravitano per circa un secolo non soltanto numerosi committenti, più o meno noti, ma i molti artisti coinvolti nei cantieri. Non soltanto i noti architetti della scuola di Ernesto (Autore, Caronia, Capitò, Fichera, ecc.) suoi epigoni, ma pittori, stuccatori, decoratori e ancora la grandi imprese edili tra le quali spiccano Rutelli e Utveggio.
Quale ritiene il pezzo più pregiato della mostra?
Non è facile rispondere. Particolare importanza è stata attribuita a una pianta dell’aria che accoglie il Teatro Massimo, dove si vede la sagoma del teatro posta sulle costruzioni pre-esistenti tra le quali spicca la pianta ellissoidale della chiesa delle monache di San Giuliano, che Sergio Troisi ha voluto pubblicare nel suo articolo su Repubblica del 31 gennaio scorso. Ciò nonostante credo l’opera di maggior valore sia l’album di viaggio di Ernesto Basile aperto su una pagina dove si trova un bellissimo disegno della cattedrale di Losanna del 1888 che al suo interno contiene molti disegni. A questa si aggiungono i materiali nella vetrina dedicata a Villino Basile di via Siracusa dove è possibile ammirare una serie di agendine e strumenti da lavoro di Ernesto.
Quale reputa il contributo più rilevante che può offrire questa mostra?
La mostra intende offrire al grande pubblico uno spaccato dell’archivio Basile ed essere un’anticipazione della Casa Museo di Ernesto Basile che entro alcuni anni nascerà nel villino di via Siracusa grazie alla collaborazione tra la Sovrintendenza di Palermo, che possiede l’immobile, la Fondazione Livia Titi Basile, che possiede l’intero archivio (uno dei più vasti d’Europa con 8000 disegni e 13000 carte di documenti) e gli eredi Basile che intendono concedere in comodato d’uso tutti gli arredi originari provenienti dal villino, ma anche le suppellettili e la biancheria.
La mostra “Lo Studio Basile. Crocevia di Arti e Mestieri” – ad ingresso libero – osserverà i seguenti orari: dal lunedì al venerdì dalle ore 9,00 alle ore 13,00; mercoledì pomeriggio dalle ore 15,30 alle ore 17,30; sabato 9 febbraio dalle ore 16,30 alle ore 19,30.
Per informazioni: 091/6160124.