(14 luglio 2013) – Palermo, 13 Luglio 2013, ore 19:37. Il sindaco Orlando, accompagnato dal Vescovo Ausiliare S.E. Mons. Carmelo Cuttitta, sale sul carro di Santa Rosalia (appositamente collocato sul piano della Cattedrale) e rivela alla città il volto del simulacro che percorrerà le vie di Palermo in processione, per il 389° Festino di Santa Rosalia.
Una discreta folla di nasi sollevati e fotocamere di ogni tipo riempivano il suolo della cattedrale per assistere allo svelamento della statua, opera di Giacomo Rizzo. C’erano calzoncini corti e camice colorate, di chi le foto se le porta lontano, al ritorno dalle vacanze, ma anche un buon numero di persone la cui “palermitanità” si palesava senza nascondimenti di sorta. C’erano telecamere dei tg regionali e occhi puntati piuttosto al coro che alla cerimonia.
Seguendo l’idea-guida che ha condotto la campagna di comunicazione del Festino di quest’anno, il Sindaco di Palermo ha voluto che salissero sul carro tutti i bambini presenti, dando inizio ad una vera e propria passerella per ciascun bimbo che spontaneamente, o spinto dai propri genitori, si avanzava per aggiungersi alla foto ricordo con Sindaco e Vescovo Ausiliare.
Dopo le foto di rito, è iniziato il concerto del Coro “Vincenzo Bellini” del Conservatorio di Palermo, diretto dal M° Vincenzo Marino, che ha suonatoFuneral Sentences for Queen Mary di Henry Purcell. Una composizione addolorata e sacra, implorante e sconsolata: le note meste dei fiati che striscianti nei padiglioni auricolari invocavano misericordia; le note gravi dei solisti che incupivano l’andamento del brano; il ritrovarsi dell’intero coro in un unico alveo di suoni imploranti. E il direttore a muoversi nel magnifico sfondo della Cattedrale normanna, tra merli, archi a sesto acuto, decorazioni tipicamente arabe e croci all’interno di medaglioni.
Il concerto è stato breve e la fine è stata sanzionata dal risuonare delle campane della Cattedrale. Sono giorni di “festino”, sono i giorni di Palermo e della sua patrona. Della sua misteriosa grandezza, che dopo secoli ancora risuona.