La natura dell'Anapo

Riserva Naturale Orientata di Pantalica, Valle dell’Anapo e Torrente Cava Grande. La riserva, istituita nel luglio 1997 e gestita dall’Azienda Regionale Foreste Demaniali, occupa una superficie di 3.712 ettari nei territori di Sortino, Ferla, Cassaro e Palazzolo Acreide, in provincia di Siracusa. È attraversata dal fiume Anapo, che per buona parte del suo percorso scorre attraverso profonde gole calcaree dette “cave”, all’interno delle quali spesso scompare per riaffiorare poi più a valle; da qui il significato del nome, dal greco “invisibile”. Il territorio della riserva costituisce un importante complesso, interessante sia dal punto di vista naturalistico e paesaggistico che archeologico ed etnoantropologico. Al riguardo dell’aspetto naturalistico, il territorio offre ambienti diversificati, passando da quello acquatico a quello ripariale e a quello delle grotte.

Nell’alveo si può rilevare come il vario grado di umidità diversifichi gli aspetti vegetativi. Laddove l’acqua si mantiene più a lungo, significativi sono gli aspetti erbacei con capelvenere, codacavallina, coltellaccio maggiore, cannuccia di palude, giaggiolo acquatico, menta d’acqua, tifa. Di questo ambiente sono significativi anche gli aspetti arborei, con salici, pioppo nero e bianco. Nel fondovalle, a tratti boscoso, si incontra il caratteristico platano orientale, la roverella, il carpino nero, l’orniello, il cipresso, il sambuco. Ricco e odoroso è il sottobosco, con arbusti quali il pungitopo, il biancospino, il lentisco e lianose con le clematidi. Nei declivi rocciosi, accanto alla macchia mediterranea, costituita da sempreverdi quali il leccio, l’alaterno, la fillirea, il carrubo, l’oleastro, il bipleuro, si abbarbicano il terebinto, l’euforbia arborea, la putoria delle rocce, il cappero rupestre, l’elicriso e diverse varietà di sedum. Nel greto ciottoloso prevalgono gli oleandri perfettamente adattati a questo clima che con i loro colori vivacizzano l’ambiente della riserva nei primi mesi estivi.

Nelle aree aperte, spettacolare è il tripudio delle fioriture primaverili con numerose orchidee spontanee, iris, asfodeli e il profumatissimo timo, da cui l’apicoltura iblea ricava un miele alquanto delicato.

Anche la fauna include delle specie la cui esistenza è strettamente legata ai diversi ambienti: quello acquatico offre un habitat ideale alla rara e autoctona trota siciliana, alla tinca, all’anguilla, al granchio di fiume, divenuto sempre meno comune in altri siti italiani. In quest’ambito anche l’avifauna annovera diverse specie, con il merlo acquaiolo che nidifica sotto le cascatelle, il martin pescatore, la gallinella d’acqua, l’airone cenerino. Le zone umide sono a loro volta l’ambiente ideale degli anfibi, con il discoglosso dipinto (quale specie più rappresentativa), ma anche di alcuni rettili come la biscia dal collare e la testuggine palustre. Altri rettili, dal gongilo al colubro leopardino, al colubro di Riccioli occupano altri ambienti della riserva. Tra gli uccelli, sulle rocce nidificano e cacciano piccoli o grandi predatori, dalla poiana all’aquila del Bonelli, al falco pellegrino, al lanario. Tra i platani e i lecci è possibile incontrare l’upupa, il raro codibugnolo di Sicilia, il merlo, il colombaccio, la gazza.

Numerosi sono i mammiferi come la volpe, il gatto selvatico, la martora, la donnola, l’istrice e il coniglio selvatico. Negli anfratti e nelle grotte carsiche trovano ospitalità numerosi chirotteri e rapaci notturni.

Il sito di Pantalica non è solo riserva naturale; al suo interno conserva testimonianze di civiltà preistoriche. L’abitato che sorgeva sul pianoro sommitale rappresentava il più grande centro della Sicilia orientale nella tarda età del bronzo. Di esso oggi rimangono visibili i resti megalitici del “Palazzo del Principe”, da cui si domina tutta la valle, e la spettacolare necropoli rupestre con oltre 5000 tombe a grotticella artificiale scavate nella dura roccia e distribuite lungo diverse pareti dell’Anapo. La presenza dell’uomo nell’area è altresì testimoniata da una serie di abitazioni rupestri e chiesette bizantine, formate da cameroni di diversa ampiezza, adattamenti e ampliamenti di alcune tombe facilmente accessibili.

Buona parte della val d’Anapo è percorsa dall’ex strada ferrata a scartamento ridotto Siracusa-Ragusa-Vizzini il cui percorso si sviluppa attraverso stretti argini fiancheggiati da pareti a picco con una serie di gallerie e viadotti. Oggi, dopo il suo smantellamento, costituisce un importante sentiero naturalistico attrezzato, di facile e piacevole fruizione da cui è possibile immettersi in altri sentieri che percorrono l’area.

La valle dell’Anapo con Pantalica (la necropoli più grande e importante del Mediterraneo) e le sue risorse paesaggistiche e naturali rappresentano un bene unico riconosciuto come patrimonio mondiale dell’umanità dall’Unesco.

 


Reportage - La natura dell'Anapo. Immagini di un reportage naturalistico effettuato nella Riserva Naturale Orientata di Pantalica, Valle dell'Anapo e Torrente Cava Grande.– Sicily Present

Copyright © Photo - BASILIO ARTINO MARTINELLO


 

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