La cucina della tradizione siciliana è percorsa dal ciavuru d’intrecciate dominazioni. In questa terra assolata nel mezzo di tre mari, greci, saraceni, normanni, spagnoli, borboni e francesi ficiru, a loro agio, li comodi so’. Il titolo, curiusu per una rubrica di cucina, anela alla raffinatezza dei francesi, mutuato dalla sostanza dei siciliani. Scorza d’arancia è un foodblog e un libro di ricette scritto, curato e fotografato da Claudia Magistro, architetto paesaggista che in cucina ha ritrovato il suo giardino, tra erbe aromatiche e spezie che solleticano il naso. Questa rubrica sarà percorsa da profumi, evocazioni e racconti in uno stile di vaga “camilleriana” memoria, fra tradizione, innovazione e l’amore per la buona cucina.
"Scorza d'arancia" è ogni domenica online su sicilypresent.it
(16 marzo 2014) – In questi giorni convulsi di politici che parlano politichese, un concetto chiaro è venuto fuori con forza. L’Italia è un Paese talmente ricco che potrebbe campare di rendita per l’eternità. La bellezza che si racchiude in ogni anfratto, tra le “pietre” secolari che ricoprono il territorio antropizzato, è tale e tanta, da essere “l’unica” cosa che i cinesi, o chi per loro, non potranno mai copiare. Questo è un dato di fatto incontrovertibile che esiste da sempre. Ieri come oggi, un italiano che emigra in Paesi più ricchi, dal punto di vista economico, si porta dietro un po’ di cultura, bagaglio imprescindibile dalla nostra essenza, lasciando una scia di identità molto forte. La paternità di questa pizza ripiena è contesa da due persone, con luoghi e date notevolmente diverse, ma una cosa è certa, il nome è stato attribuito dopo l'uscita del film "Stromboli" nel 1950 con Ingrid Bergman, diretto da Roberto Rossellini. Come ogni pizza che si rispetti il ripieno facitilu come vuliti, a sentimento. La particolarità di questa pizza è nella sua forma; arrotolata, spesso con dei tagli sulla superficie per ricordare il vulcano.
per 4 cristiani
400 g di farina Manitoba
100 g di semola di rimacinato
10 g di sale
325 ml di acqua tiepida
2 cucchiai d'olio extravergine d'oliva
un cucchiaino di zucchero
10 g di lievito di birra fresco
per il ripieno:
6 cucchiai di salsa di pomodoro pronta
300 g di tuma tagliata a cubetti
origano
6 fette di prosciutto cotto
Setacciate le farine, mettetele nella planetaria e, con il gancio a uncino, mescolatele con il lievito sbriciolato, aggiungete lo zucchero, l'acqua alternata all'olio e il sale; lavorate fino a quando l'impasto s'incorda al gancio, staccandosi completamente dal bicchiere del Ken. Spennellate con un filo d'olio una ciotola, disponete dentro l'impasto, coprite con un canovaccio umido e mettete in forno spento con la luce accesa per almeno un'ora o fino a quando raddoppierà il suo volume. Recuperate l'impasto, sgonfiatelo su un piano leggermente infarinato e dividetelo in due. Stendete una porzione per volta sul piano infarinato realizzando un rettangolo, distribuite 3 cucchiai di salsa lasciando un bordo di 2 cm libero tutt'intorno, una spolverata di origano, 3 fette di prosciutto e metà della tuma tagliata a dadini. Chiudete i lati corti dell'impasto verso l'interno e arrotolate il lato lungo ben stretto. Ponete in una teglia foderata con carta forno con la chiusura in basso, effettuate dei tagli obliqui sulla superficie, se volete l'effetto vulcano, e fate lievitare nel forno spento con la luce accesa ancora mezz'ora. Scaldate il forno a 200°C, spennellate la superficie dello Stromboli con un velo d'olio e una macinata di pepe, infornate per circa 25-30 minuti. Servite caldo.
Copyright © 2014 - Testo e foto CLAUDIA MAGISTRO - scorzadarancia.blogspot.it