Nìvuru di sìccia


scorzadarancia

La cucina della tradizione siciliana è percorsa dal ciavuru d’intrecciate dominazioni. In questa terra assolata nel mezzo di tre mari, greci, saraceni, normanni, spagnoli, borboni e francesi ficiru, a loro agio, li comodi so’. Il titolo, curiusu per una rubrica di cucina, anela alla raffinatezza dei francesi, mutuato dalla sostanza dei siciliani. Scorza d’arancia è un foodblog e un libro di ricette scritto, curato e fotografato da Claudia Magistro, architetto paesaggista che in cucina ha ritrovato il suo giardino, tra erbe aromatiche e spezie che solleticano il naso. Questa rubrica sarà percorsa da profumi, evocazioni e racconti in uno stile di vaga “camilleriana” memoria, fra tradizione, innovazione e l’amore per la buona cucina.

"Scorza d'arancia" è ogni domenica online su sicilypresent.it


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(27 luglio 2014) – Un piatto come questo, nivùru e dall’aspetto, forse, poco invitante, potrebbe indurre a storcere il naso a persone che non l’hanno mai tastato e che si fidano di ristretti punti di vista. Certo è che, dopo averlo gustato, bocca e denti assumeranno lo stesso colorito del sugo e, cosa ancora più certa, il galateo non prevede assolutamente che questo piatto venga proposto ai propri invitati senza un’accertata concordia di intenti, per evitare inutili imbarazzi tra i commensali.

 

Superate tutte queste facezie negative asserisco, con fermezza, che una forchettata andrebbe assaggiata, anche a occhi chiusi, se volete; ne basterà una sola per fare superare ogni preclusione di colore, tuffare in mare i pregiudizi, arricriare l’anima e il palato.

 

E poi, il nero, sta bene su tutto.

 

Fettuccine al ragù e nero di seppia

 

per tre cristiani, noi
350 g di fettuccine
500 g di seppie
200 g di pomodori piccadilly
4 cucchiai di salsa di pomodoro
un grosso spicchio d'aglio
un cucchiaino di estratto di pomodoro
q.b. peperoncino secco
sale
'n'anticchia di vino bianco secco
olio extra vergine d'oliva
foglie di maggiorana fresca

 

Pulite le seppie, eliminate gli ossi, apritele e eliminate le interiora, la pelle, gli occhi e la bocca. Sciacquatele sotto l'acqua corrente e tamponatele con della carta da cucina. Tritate finemente lo spicchio d'aglio degerminato, ponetelo in una casseruola con un giro d'olio e fate dorare leggermente a fuoco dolce, aggiungete i corpi delle seppie tagliate a filetti e i tentacoli a pezzetti con il peperoncino, fate insaporire e sfumate con il vino. Aggiungete i pomodori tagliati a metà, mescolate e fate appassire per pochi istanti, unite la salsa, l'estratto e le sacche con il nero. Salate solo se necessario, il mio ragù non ne aveva bisogno. Portate a bollore abbondante acqua salata, cuocete la pasta e ripassatela in padella con il condimento. Servite subito cospargendo con foglie di maggiorana.


Copyright © 2014 - Testo e foto CLAUDIA MAGISTRO - scorzadarancia.blogspot.it


 

 

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