La cucina della tradizione siciliana è percorsa dal ciavuru d’intrecciate dominazioni. In questa terra assolata nel mezzo di tre mari, greci, saraceni, normanni, spagnoli, borboni e francesi ficiru, a loro agio, li comodi so’. Il titolo, curiusu per una rubrica di cucina, anela alla raffinatezza dei francesi, mutuato dalla sostanza dei siciliani. Scorza d’arancia è un foodblog e un libro di ricette scritto, curato e fotografato da Claudia Magistro, architetto paesaggista che in cucina ha ritrovato il suo giardino, tra erbe aromatiche e spezie che solleticano il naso. Questa rubrica sarà percorsa da profumi, evocazioni e racconti in uno stile di vaga “camilleriana” memoria, fra tradizione, innovazione e l’amore per la buona cucina.
"Scorza d'arancia" è ogni domenica online su sicilypresent.it
(15 febbraio 2015) - Vi cuntu ‘n fattu che forsi forsi già sapiti: trasiri dintra le pagine di un libro mi affata sempre, anche quando il libro non mi acchiappa alla prima riga; è proprio l’entrare in quel mondo, dalla porta che mi viene aperta, che mi affascina. È un’opportunità che mi viene regalata, un’occasione che raccolgo con rispetto e riverenza. Mi sembra un atto di correttezza nei confronti della mente che ha generato quelle scene che io vedo nel palcoscenico della mia immaginazione.
Il merito è dell’autore certo, mi limito a custodire e ammirare i luoghi che ritrovo, che mi sono stati riservati.
L’apprezzamento arriva all’ennesima potenza quando vago dentro i libri del Sommo Maestro Camilleri, mi capita di leggere delle righe che “vedo” veramente; scene che mi fanno anche ridere a crepapelle. Infine vi vogghiu diri ‘n’autra cosa, se il protagonista è il commissario Salvo Montalbano sugnu certa che m’assettu a tavola cu iddu.
«Raprì la porta-finestra, niscì nella verandina e s'addunò che il solito piscatori mattutino, il signor Puccio, era già tornato a ripa e aviva appena finuto di tirare la varca 'n sicco. Scinnì nella pilaja in mutanne com'era, gli s'avvicinò.
- Com'è annata?
- Dottori mio, oramà i pisci se la fanno al largo. L'acqua vicino alla ripa è troppo 'nquinata dalle fitinzie nostre. Picca robba pigghiai.
Calò 'na mano nel funnu della varca, la tirò fora riggennu un purpu di 'na sittantina di centilimetri.
- Ci l'arregalo».
(Andrea Camilleri, Una voce di notte, Sellerio Editore, Palermo 2012)
‘Nsalata di purpu
per due cristiani, 'ntisi come persone non come religiosi:
un purpiceddu di menzo chilo 500 g di polpo pulito
due arance
un finocchio
un cuore di sedano
un'acciuga sott'olio
mezzo peperoncino piccante
uno spicchio d'aglio degerminato -facoltativo-
granella di pistacchio
sale
olio extra vergine d'oliva
Portate a bollore abbondante acqua, salatela e poi, immergete il polpo, tenendolo per la testa per tre volte; immergete completamente e cuocete, dalla ripresa del bollore per 15 minuti. Spegnete e fate raffreddare completamente nella sua acqua, passeranno alcune ore e ne varrà la pena perché la carne del polpo diventerà tenerissima
Copyright © 2015 - Testo e foto CLAUDIA MAGISTRO - scorzadarancia.blogspot.it