Torta di Linz

Intreccio le dita delle mani per cercare un po’ di calore che mi manca in questo momento, avverto un freddo dell’anima. In verità nell’Isola freddo non ce n’è, un po’ di umidità forse, ma nient’altro; verosimilmente questo freddo me lo porto dentro.

Sogno qualcosa per poterla rendere reale, intensa. Agito la mano come per scacciare una mosca, in verità provo a mandar via un qualche pensiero tipico da ammalata di meteoropatia, credo.

Meglio è, se mi concentro a pensare a una ricetta, a progettare un piatto o a ponderare uno scatto fotografico. Per me, che aspiro alla bellezza delle cose, incantarmi a fissare un’immagine che mi trasmette fascino senza pari, bellezza e suggestione mi trasporta con leggerezza verso la variazione dello sguardo mentale. Una sorta di terzo occhio, con rispetto parrannu, che mi apre la mente alla ricerca di una corrispondenza tra l’immagine e un sapore delizioso. Mi aggiro tra gli scaffali della dispensa e scelgo farina, mandorle e una confettura di lamponi; accendo il forno che è meglio.

Profumo, calore e spezie aleggiano nell’aria come uno sbuffo di farina che vola sulla spianatoia di legno usurato. Afferro il matterello e stendo l’impasto della torta di Linz, esercito una leggera pressione, il burro si sta scaldando e questo non va affatto bene, bisogna che effettui quest’operazione velocemente con movimenti rapidi e sicuri, nessuna incertezza. Il forno è già acceso e l’aria si sta scaldando; il profumo della cannella è forte, forse ho esagerato penso mentre arrotolo l’impasto sul matterello. Alzo le spalle, no la torta è speziata al punto giusto mi dico sbocconcellando un pezzetto di impasto crudo. Distribuisco la confettura di lamponi custodendola poi sotto una grata duci intrecciata. La bellezza delle cose semplici, mirabili, estatiche. Guardo soddisfatta la piccola teglia nel silenzio della piccola cucina, raccolta attorno a una moltitudine di attrezzi. Apro il forno lasciandomi investire dal calore dei suoi 170°, si, decisamente era quello che mi ci voleva. Adagio la torta, chiudo lo sportello e guardo, sorridendo, che si compia la magia.

Torta di Linz

Per uno stampo da crostata di 20 cm di lato o di diametro.
150 g di farina 0
130 g di farina di mandorle
125 g di burro morbido
125 g di zucchero fino di canna Zefiro
1 uovo
la scorza grattugiata di un limone
un cucchiaino raso di cannella
un cucchiaino di cacao amaro
150 g di confettura di lamponi
20 ml di latte
un pizzico di sale
zucchero a velo se vuoi

Mescola la farina con la farina di mandorle, il sale, la scorza del limone, la cannella e il cacao, fai un buco al centro e metti il burro a dadini, e l’uovo; impasta con la punta delle dita oppure usa un’impastatrice per amalgamare gli ingredienti. Il composto risulterà molto morbido in relazione all’umidità dell’aria, alla grossezza dell’uovo che usi. Non è un problema, versa su una spianatoia e lavoralo con una spatola rigida, per evitare di scaldarlo, e un po’ di farina di appoggio. Realizza una palla, avvolgila dentro la pellicola e ponila in frigo a rassodare per almeno un’ora. Imburra lo stampo e infarinalo, io ne ho usato uno con il fondo amovibile, molto comodo per sformare la torta. Riprendi l’impasto lavoralo pochissimo e stendi i 2/3 su una spianatoia infarinata con il matterello, arrotolalo sul matterello e adagialo dentro lo stampo. Fai scorrere il matterello sullo stampo per tagliare la pasta in eccesso. Distribuisci la confettura di lamponi e stendi la pasta rimasta, realizza delle strisce di circa un cm di larghezze e incrociale sulla confettura. Spennella con il latte e inforna in forno caldo a 170-180°C per circa mezz’ora. Per la cottura basati sulla tua esperienza e sulla conoscenza del tuo forno.


Copyright © 2016 - Testo e foto CLAUDIA MAGISTRO - scorzadarancia.it

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La cucina della tradizione siciliana è percorsa dal ciavuru d’intrecciate dominazioni. In questa terra assolata nel mezzo di tre mari, greci, saraceni, normanni, spagnoli, borboni e francesi ficiru, a loro agio, li comodi so’. Il titolo, curiusu per una rubrica di cucina, anela alla raffinatezza dei francesi, mutuato dalla sostanza dei siciliani. Scorza d’arancia è un foodblog e un libro di ricette scritto, curato e fotografato da Claudia Magistro, architetto paesaggista che in cucina ha ritrovato il suo giardino, tra erbe aromatiche e spezie che solleticano il naso. Questa rubrica sarà percorsa da profumi, evocazioni e racconti in uno stile di vaga “camilleriana” memoria, fra tradizione, innovazione e l’amore per la buona cucina.

"Scorza d'arancia" è ogni domenica online su sicilypresent.it 


 

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