La cucina della tradizione siciliana è percorsa dal ciavuru d’intrecciate dominazioni. In questa terra assolata nel mezzo di tre mari, greci, saraceni, normanni, spagnoli, borboni e francesi ficiru, a loro agio, li comodi so’. Il titolo, curiusu per una rubrica di cucina, anela alla raffinatezza dei francesi, mutuato dalla sostanza dei siciliani. Scorza d’arancia è un foodblog e un libro di ricette scritto, curato e fotografato da Claudia Magistro, architetto paesaggista che in cucina ha ritrovato il suo giardino, tra erbe aromatiche e spezie che solleticano il naso. Questa rubrica sarà percorsa da profumi, evocazioni e racconti in uno stile di vaga “camilleriana” memoria, fra tradizione, innovazione e l’amore per la buona cucina.
"Scorza d'arancia" è ogni domenica online su sicilypresent.it
(15 luglio 2012) - Noi siciliani abbiamo l’anima barocca. Ci piace l’opulenza, la prosperità, la ricchezza, il fasto. Ne sono la prova le architetture, il cibo, l’ospitalità e le feste religiose. Il nostro è un atteggiamento grandioso; è un dato di fatto. In questa nostra Isola siamo famosi per le feste patronali e le sagre, ce ne sono a bizzeffe in ogni città, paese o frazione. Ogni anno, il 15 luglio, Palermo festeggia il trionfo della Santuzza, ‘U fistinu di Santa Rosalia, patrona della città; esprime l’identità religiosa con una celebrazione esuberante. Lo spettacolo coinvolge granni e picciriddi in un tripudio teatrale e scenografico. Anche il cibo ha una sua connotazione in questo giorno; scacciu, babbaluci e miluni sunnu d’obbligo.
Il gelo, da noi, è una gelatina, un dolcetto tremolante non troppo duci e rinfrescante. Se gustato in piccole dosi è perfetto. Dategli la forma che più vi piace, può diventare un semplice, accattivante e ottimo dessert, oppure un buon ripieno per una crostata. Nella ricetta tradizionale l'acqua viene profumata con un bicchiere di fiori di gelsomino; ma c'è chi pensa che il ciavuru du ciuriddo sia troppo forte. Si porta a bollore e poi si fa raffreddare prima di eliminare i fiori. Alcuni mettono dentro anche la zuccata, io no.
Gelo ’i miluni
500 g di anguria senza buccia e senza semi
500 ml di acqua
150 g di zucchero
90 g di amido di frumento
20 g di gocce di cioccolato
1 bacca di vaniglia
fiori di gelsomino, granella di pistacchi e gocce di cioccolato per decorare
Frullate l'anguria con l'acqua, passate poi a setaccio. Mettete il succo in un tegame con lo zucchero e l'amido setacciato e aggiunto poco alla volta mescolando per evitare i grumi. Unite i semi della vaniglia e la bacca stessa, portate a ebollizione a fuoco leggio mescolando ripetutamente. Fate sbollire uno o due minuti, spegnete e fate raffreddare, mescolando ogni tanto. Eliminate la bacca e aggiungere le gocce di cioccolato. Dategli la forma che volete, versate nelle ciotoline, in uno stampo a semisfere, in un unico stampo da budino oppure dentro il guscio di pasta frolla già pronto. Ponete in frigo per almeno due ore. Sformate su un piatto da portata e decorate con gocce di cioccolato, pistacchi tritati e fiori di gelsomino.
Copyright © 2012 - Testo e foto CLAUDIA MAGISTRO - scorzadarancia.blogspot.it