(19 maggio 2014) – La sera del 16 maggio presso il Teatro Massimo di Palermo è andata in scena la prima del “Don Giovanni” di Wolfgang Amadeus Mozart.
Il compositore austriaco adottò, per definire la propria opera, due parole italiane: “dramma giocoso”. Queste parole ben rendono l’idea dei percorsi incrociati che attraversano il Don Giovanni. Come non riconoscere il dramma che attanaglia il protagonista dell’opera, il suo rincorrere ostinato e pervicace ogni barlume di bellezza egli intraveda o fiuti?
“Zitto: mi pare/ sentire odor di femmina…” si interrompe rivolgendosi al suo fedele servitore, giusto nella scena quarta del primo atto, ad opera poco più che iniziata. “(Cospetto!/ Che odorato perfetto!)”, la risposta di Leporello non è altro che il contrappunto giocoso che s’incrocia con la passione. Gioco e dramma anche nella celebre aria in cui Leporello intona: “Madamina, il catalogo è questo/ delle belle che amò il padrone mio”. Se Leporello si esibisce in virtuosismi, compiaciuto delle imprese di Don Giovanni e della propria solerzia nell’annotarle, d’altro canto donna Elvira viene a conoscenza in quello stesso momento dei raggiri che è solito ordire il suo amato con donne d’ogni paese e condizione.
Dramma, che si consuma nella scena conclusiva della condanna di Don Giovanni. La messa in scena palermitana segue la “versione di Vienna”, in cui non trova spazio la scena finale con la morale.
Se l’opera mozartiana riesce a trovare i suoi vertici in questo duplice binario di dramma e gioco, l’allestimento proposto da Amato rischia di appiattire dramma e gioco sulle note della sensualità: la malizia con cui Zerlinetta addomestica la gelosia di Masetto è forse il più chiaro esempio di quest’operazione. Molte scene stanno come a sottolineare l’imperare degli istinti nell’interagire umano e nel ballo delle convenzioni. E forse anche in quest’ottica è da leggere lo scarto tra i costumi d’oggi dei personaggi e i costumi d’epoca di Don Giovanni e Leporello, come ad evidenziare la capacità di questi due caratteri di attraversare illesi le epoche, impregnati e condannati alle conquiste d’amore e ai tradimenti.
Impreziosiscono la rappresentazione interpreti d’eccellenza: nel ruolo di Donna Anna si è distinta la soprano Rocio Ignacio; nel ruolo di Don Ottavio, un deciso Tomislav Mužek; la vocalità solida di Carlos Álvarez ha sorretto Don Giovanni ed infine il virtuosismo e le doti sceniche di Marco Vinco hanno animato Leporello.
Si replica al Teatro Massimo fino a domenica 25 maggio.
Spettacoli - Il “Don Giovanni” al Teatro Massimo di Palermo
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