(4 marzo 2016) – Grandissimo successo è stato riscosso dalla Compagnia delle Fiabe che ha presentato 21 febbraio scorso sul palcoscenico del Teatro Savio, una replica di “Là fuori”, trasposizione teatrale in prosa e musica ispirata alla storia del famoso gobbo di Notre-Dame.
“Trecentoquarantotto anni, sei mesi e diciannove giorni fa, i parigini furono svegliati dal rombo di tutte le campane sonanti a distesa nella triplice cerchia della Città Vecchia, della Università e della Città”: è questo l’inizio di Notre-Dame de Paris, celebre romanzo scritto nel 1831 da Victor Hugo e che nelle prime battute dà una connotazione temporale precisa in merito all’ambientazione del suo capolavoro: 6 gennaio 1482.
La Cattedrale parigina di Notre-Dame è il palcoscenico naturale su cui si snodano le vicende del campanaro Quasimodo che, rinchiuso nella torre campanaria della chiesa, vive in completo isolamento sotto la protezione di Claude Frollo, appartenente all’alto clero francese, uomo di grande cultura e padre adottivo di Quasimodo.
Ed a Notre-Dame fa da contraltare la Corte dei Miracoli dove tra suoni e colori si tiene la vivace, chiassosa e scanzonata Festa dei Matti, grande manifestazione popolare che nella Parigi del XV secolo era associata all’Epifania.
Entrambi i luoghi sono ben rappresentati nelle scenografie che mediante sapienti accorgimenti si trasformano e si adattano alla scena da rappresentare: sia La Grande Courdes miracles, con i suoi spazi dove gli zingari daranno vita a balli, canti, fughe, lotte e dove eleggeranno il Matto dell’anno e sia Notre-Dame de Paris, “maestoso e sublime edificio”, dove avverranno gli incontri e gli scontri tra il deforme Quasimodo e Frollo.
Fra le varie scene c’è stato spazio anche per alcuni importantissimi dettagli del tessuto narrativo, quali i gargoyle, cioè le sculture spesso usate come doccioni delle grondaie dei grandi edifici, i passaggi segreti che svelano nuovi ambienti nascosti, il grande rosone centrale e le grandi campane, tra cui primeggia la più maestosa e la più musicale, la grande Maria.
Nell’alternarsi delle scene lo spettatore ha avuto talvolta proprio la sensazione di arrampicarsi, insieme a Quasimodo, per la torre campanaria, osservando con lui Parigi dall’alto, sin dalla sommità della chiesa, per poi ritornare nella grande e luminosa piazza, teatro delle esibizioni della bella Esmeralda. Le scene sono state curate da Danilo Zisa che ha interpretato anche Clopin, narratore e trait d’union dell’intera vicenda; sono di Erina Mollica, interprete anche di Laverne, i colorati ed eleganti costumi che hanno dato bella mostra di sé nelle coreografie di Laura Saitta con la partecipazione dell’Oriental Studio di Noemi Sollievo, sotto i riflettori delle luci dirette da Ciccio La Monica.
Ed ecco il grande cast dello spettacolo che ha avuto la regia di Donato Zappalà: oltre i già citati Danilo Zisa ed Erina Mollica, anche Nunzia Sposito che interpretando la zingara Esmeralda ha impreziosito lo spettacolo con le dolci melodie da lei cantate; e poi ancora Arturo Mollica nel ruolo dell’Arcidiacono, Rosario Costanza, Francesca Zappalà e Federico Arnone, rispettivamente nei ruoli di Hugo, Victor e Febo.
E poi loro, Quasimodo e Frollo: Antonio Sposito, dinamico ed appassionato protagonista che ha saputo trasferire il dolore fisico ed interiore del giovane Quasimodo che della sua deformità ne ha fatto uno strumento di salvezza, e Antonio Silvia che con forte presenza scenica e grande carica istrionica è stato un superbo Frollo, uno dei più complessi personaggi della letteratura mondiale, ricco di contraddizioni e sempre travagliato tra odio e amore, tra male e bene.
Due figure letterarie tanto distanti nelle loro forme quanto unite nel desiderio comune di provare amore vero e nella voglia di guardare appunto, “là fuori”, oltre le proprie immaginazioni, oltre le proprie costrizioni personali e sociali e contro ogni difficoltà, in un mondo dove il bene della vita vince su tutto.
Con l’amore tra la Esmeralda e il comandante Febo e con la morte di Frollo termina tra i tantissimi applausi “Là fuori”, un coinvolgente musical della Compagnia delle Fiabe che dopo le repliche dei recenti “La gabbianella e il gatto”, “I sogni in una lampada” e “La principessa Ariel” continua il suo grande successo sulle tavole del palcoscenico del Teatro Savio di Palermo.
SPETTACOLI - Con 'Là fuori' la Compagnia delle fiabe mette in scena il bene della vita e la forza dell'amore
(ph. Carlo Guidotti)