(17 luglio 2012) - «Dedicato a chi fa miracoli». Recita così lo slogan del 388° Festino di Santa Rosalia, patrona del capoluogo siciliano. In tempi bui, di crisi economica e sociale, Palermo ha saputo dare una risposta che in pochi credevano possibile. Così, all’interno dell’ampio evento che ha coinvolto la città intera, il primo “spettacolo” è offerto dai palermitani: migliaia di persone hanno sfilato, in processione, dietro il carro della “Santuzza”; un popolo unito nella devozione a Santa Rosalia. Una riscoperta autentica di gesti, valori e abitudini tradizionali che tutto il mondo ci invidia.
Merito dell’amministrazione cittadina è stato, tra gli altri, porre l’arte, la musica in particolare, al centro del Festino. Sentire un’orchestra giovanile (nella carta d’identità) ma artisticamente matura, aprire meravigliosamente il Festino, non è uno spettacolo riscontrabile ogni giorno. La nostra città, terra madre di grandi musicisti del passato, sforna giovani di grande talento e passione, “maestri”colmi di quel desiderio di cultura, di felicità e di Bellezza, motore dell’agire umano.
Sotto la direzione del compositore Alberto Maniaci (classe 1987), l’Orchestra Giovanile del Conservatorio “Vincenzo Bellini” di Palermo ha eseguito venti minuti di musica ad alto livello. L’apertura, affidata al celebre Intermezzo tratto dalla Cavalleria Rusticana di Pietro Mascagni, è riuscita a far calare il silenzio su corso Vittorio Emanuele. Questo stesso silenzio, colmo di devozione, è continuato sulle note di E vui durmiti ancora (arr. di Maniaci), canto tradizionale siciliano, musicato nel 1927 da Gaetano Emanuele Calì su testo poetico di Giovanni Formisano e ottimamente interpretato dal tenore Salvo Taiello. Le malinconiche note de Il manoscritto del Principe, partitura scritta da Marco Betta nel 2000, per l’omonimo film, hanno aperto la strada ai due canti per la Santa: Triunfu a Santa Rosalia e Abballu di li Virgini. All’interno della sterminata tradizione orale siciliana, in parte raccolta e messa per iscritto da Alberto Favara, vengono chiamati “Triunfi” quei canti che, in passato, venivano intonati di fronte alle edicole votive dai cosiddetti “Triunfisti”, una piccola compagnia di tre elementi: violino, chitarra e mandolino. Gli arrangiamenti di Maniaci, più che mai attuali, mescolano il mondo classico a quello moderno, cosicché ritmi incalzanti e cadenze pop-rock si legano all’impianto classico e si coniugano perfettamente con la straordinaria interpretazione di Lucina Lanzara travolgendo il pubblico che, stupito, apprezza. Chapeau!
Il Conservatorio suona per la "Santuzza". Immagini. Nella photogallery sono contenute alcune immagini che documentano autori e momenti dello spettacolo eseguito dall'Orchestra Giovanile del Conservatorio "Vincenzo Bellini" di Palermo al 388° Festino di Santa Rosalia.– Sicily Present