(13 giugno 2013) – Palermo, 11 Giugno 2013, Conservatorio di Musica “Vincenzo Bellini”, ore 19.45: Sala Scarlatti. Al coraggio della Cilla Onlus, Associazione dedita all’accoglienza delle famiglie dei lungodegenti ospedalieri con difficoltà economiche, il Conservatorio di Musica “Vincenzo Bellini” di Palermo aveva promesso le sue giovani risorse per costruire, mattone dopo mattone, un grande concerto, qualcosa che restasse: un regalo. Il palco della Sala Scarlatti, di colpo, si è riempito. E a poco a poco, come soldati accampati a difesa del territorio, i giovani strumentisti dell’Orchestra Giovanile del Conservatorio sono apparsi con i loro strumenti per combattere la loro splendida guerra, con una sola arma naturalmente: la musica. Trentadue archi, un’arpa e un pianoforte. Nel silenzio, il primo violino si è alzato, e a quel segnale violini, viole, violoncelli e contrabbassi hanno risposto come fuochi. Una breve pausa di minima, poi è entrato il direttore.
Il Novecento, le sue rivoluzioni musicali, con il Langsamer Satz di Anton Webern (1883 – 1945) e l’Adagietto tratto dalla Quinta Sinfonia di Gustav Mahler (1860 – 1911), e noi, con i nostri compositori: lo splendido Marco Betta (1964) nel suo ormai celebre tema tratto da Il Manoscritto del Principe e Simone Piraino (1985) con la suggestiva partitura di Dall’Alba al Tramonto… all’Alba. In testa al plotone di musicisti, un giovanissimo direttore d'orchestra: Alberto Maniaci (1987), autore dell’ultima composizione offerta al pubblico: Lumen. L’intero concerto è stato un delicato climax verso la luce, una luce di speranza, di attesa. Attraverso le albe e i tramonti di Simone Piraino, in una sovrapposizione di combinazioni armoniche immerse in La maggiore (vera e propria ipnosi, ricerca estatica d’Infinito), o le pagine di un manoscritto fatte musica in una giostra di consonanze da Marco Betta (e accarezzate al pianoforte da Giuseppe Pisciotta) e l’immagine di una piccola candela accesa al centro dell’oscurità, ideata da Alberto Maniaci nel suo Lumen, il pubblico è precipitato nella meditazione, in una dimensione parallela ma reale. Un silenzio ecclesiastico faceva da cupola ai singoli autori proposti dal programma.
Eseguiti anche due celebri autori del secolo passato. Non è stato negato al pubblico un classico, il celebre Adagietto di Gustav Mahler, una romanza senza parole affidata alla sensibilità degli archi ed esaltata da un sublime tappeto di arpeggi d’arpa, pizzicata egregiamente da Giorgia Panasci. Il trionfo dell’uomo sulla morte, la vittoria sulle sofferenze della vita: un istante di silenzio immerso nel senso profondo della musica; poi il Langsamer Satz di Anton Webern, un capolavoro nascosto per troppo tempo: una suggestiva colonna sonora in bianco e nero portata sull’aria dal gesto raccolto del giovane Maniaci. Applausi e orgoglio sulle ultime note del bis.
Diceva Ugo Ojetti: «La giovinezza non sta nel mutare idee e passioni ogni giorno, ma nel provare ogni giorno le proprie idee e passioni e vedere se tagliano la realtà». E altroché se hanno tagliato.
SPETTACOLI – “Un mattone per Cilla”: nuovi fari nella musica. Le immagini documentano alcuni momenti del concerto che si è tenuto martedì 11 giugno 2013 al Conservatorio “V. Bellini” di Palermo. L'evento si e' svolto nell'ambito della campagna “Un mattone per Cilla”.– Sicily Present
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