(9 gennaio 2014) – “Dum medium silentium”. È il titolo del concerto natalizio offerto dal “Coro Cum Iubilo” alla vigilia dell’Epifania nella splendida ed ora restaurata chiesa di Santa Maria del Monte a Palermo, comunemente chiamata “Badia nuova”, di via dell’Incoronazione di proprietà del Seminario Arcivescovile.
Il “Coro Cum Iubilo” è stato fondato nel 1998 dal suo attuale maestro direttore artistico Giovanni Scalici con l’obiettivo di diffondere il repertorio corale sacro di varie epoche. Ha partecipato a stagioni concertistiche, rassegne e manifestazioni nazionali e internazionali conseguendo lusinghieri risultati.
La frase “Dum medium silentium” fa parte dell’introito della Messa della Domenica tra l’ottava di Natale ed è tratta dal Libro della sapienza (18, 14-15). Su questo testo, adeguatamente arrangiato, si è cimentato, dopo la nota versione Gregoriana, un giovane autore americano nel 2008 Eric Whitacre fornendo una versione cantata, certo poco consona alla nostra tradizione melodica, ma molto gradevole e largamente apprezzata dal pubblico che ha gremito la chiesa della Badia Vecchia.
Questo il testo integrale: “Dum medium silentium tenerent omnia, et nox in suo cursu medium iter haberet, omnipotens sermo tuus, Domine, de caelis a regalibus sedibus venit”. La traduzione del canto con cui si è chiuso il concerto recita così: “Mentre un profondo silenzio avvolgeva tutte le cose, e la notte era a metà del suo rapido corso, il tuo Verbo onnipotente scese dal cielo, dal tuo trono regale”.
Una bella conclusione di un concerto che ha offerto spunti di riflessione sul Natale per evitare la solita retorica che poggia sul sentimentalismo fine a se stesso.
La scelta dei brani proposta dal maestro Giovanni Scalici ha realizzato una rapida ed efficace sequenza di tutti i temi forti del periodo natalizio, a partire da quello dell’Annunciazione e della figura della Madonna, Ecce Virgo (Gregoriano) Salve Regina (Gregoriano), Beata viscera Mariae Virginis (R. Di Martino), Ave Maria (J. Busto), perché, come ha spiegato il maestro, è proprio questa festa che apre tutto il periodo del Natale.
La seconda quartina di brani è stata dedicata ai temi che caratterizzano il periodo natalizio: Dominus dixit (Gregoriano), Cantate Domino (H.I. Hassler), Eja, Jesus hodie natus est (tradizionale), O Magnum Misterium (M. Lauridsen). Particolarmente apprezzato dal pubblico quest’ultimo che ha aiutato tutti a concentrarsi sul mistero del Natale lì dove recita: “O grande mistero e mirabile sacramento, che gli animali vedessero il Signore appena nato giacente nella mangiatoia. Beata la Vergine il cui ventre meritò di portare il Cristo Signore. Alleluia”.
Il Maestro Scalici ha poi egregiamente illustrato la scelta, forse ardita ma molto utile, di offrire alcuni canti natalizi in lingua inglese e tedesca, espressione di una storia e di una sensibilità diversa dalla nostra tradizione latina, ma perfettamente inseriti nel significato universale del Natale additato dalla venuta dei Magi. Significativa in tal senso la scelta del canto “Candlelight carol” che inizia col porre una domanda molto pressante: “Come si fa a catturare il vento sull’acqua? Come si fa a contare tutte le stelle nel cielo? Come si può misurare l’amore di una madre o come si può trascrivere il primo pianto di un bambino”? E la risposta che offre il testo è proprio nel mistero della venuta dei Magi che giungeranno nella grotta per adorarlo, insieme ai pastori, che rappresentano ciò che siamo e ai serafini, che ci richiamo verso dove dobbiamo andare.
Il canto “Dum Medium silentium” ha chiuso il concerto in un clima di grande attenzione e concentrazione. Il maestro Scalici ha spiegato che questo canto intende essere una sorta di chiave di lettura di tutto il concerto e di tutto il periodo del Natale. Un Natale che duemila anni fa giunse nel silenzio di una notte per rischiarare le tenebre e che oggi nel frastuono di rumori senza senso e luccicante di luminarie senza ragione rischia di non farci scorgere l’importanza di un fatto così dirompente e fuori da ogni schema: un Dio che si fa uomo, per essere compagno di ogni uomo non per una notte ma per l’eternità.
Nel canto “What sweeter music” è stato cantato: “Notte scura e noiosa, vola dunque via, e dai onore a questo giorno che vede dicembre rivolto a maggio”.
Un invito a tutti a non fermarsi alla esteriorità di una pur bella ricorrenza, ma di far memoria di questa ricorrenza per guardare a dopo, a maggio, simbolo della fine dell’inverno e promessa di una nuova stagione.