(20 gennaio 2014) – «L’uomo è il fuoco, e la donna è la stoppa: viene il diavolo e soffia». Questo lasciò detto anche Giovanni Verga nel romanzo I Malavoglia.
E parliamone. Trattasi di una delle possibili verità racchiuse e nascoste tre le ombre e i rovi di Feuersnot, un subdolo capolavoro di Richard Strauss ed Ernst von Wolzogen, portato sulla scena, come ouverture della nuova stagione lirica, dal Teatro Massimo di Palermo sabato 18 gennaio 2014, alle ore 21.00.
In una piccola cittadina di matti opportunisti, dei bambini iniziano a bussare alle porte delle case, chiedendo legna da bruciare: la notte di San Giovanni è ormai vicina. Mentre fervono i preparativi, Kunrad, un presunto mago, si invaghisce della bella Diemut, tanto da decidere di baciarla a tradimento, davanti a tutti. Ma Diemut, offesa e ben lontana dal ricambiare il sentimento, lo rifiuta brutalmente. L’uomo tenta di intimorire Diemut e i cittadini, proclamandosi un potente mago, ma ahimè non viene creduto.
Diemut decide di vendicarsi, facendo credere a Kunrad di aver cambiato idea, di ricambiarlo, invitandolo a salire al suo balcone. Ma è tutto un inganno, e l’uomo, tra le risa della giovane e del popolo, si ritrova sospeso per aria. Adirato, Kunrad, rivelandosi un vero stregone, getta una maledizione sulla città, che precipita nelle tenebre. I cittadini, spaventati e privati dei loro fuochi di San Giovanni, chiedono al mago che sia restituita la luce. Ma Kunrad dà la sua condizione: Diemut dev’essere sua.
Così la povera giovane si ritroverà a sacrificare la sua virtù per il suo ingrato popolo.
Una trama dal finale obliquo, a metà tra il felice e lo spaventoso. Una sfida che non poteva non trovare un singolare equilibrio nelle mani rivoluzionarie della nota regista siciliana Emma Dante.
Una regia kafkiana assai efficace; come non esaltare le fiamme della passione dipinte egregiamente dal giovane corpo di ballo, incastrato e travolto dai suoi drappi color fiamma. Come non approvare le quinte scoperte, un’inspiegabile continuazione che non c’era, un passaggio in pietra che nessuno mai aveva osato mostrare, una traversa di scena, la via buia della città. Sospese per aria, per tutta l’opera, un centinaio di sedie, tra le quali una, la sedia dell’inganno, dello scambio, del terrificante lieto fine: una, fra cento.
Di lodevole bravura l’intero e vario cast lirico, con i suoi molti personaggi e i suoi numerosi interpreti.Grandi applausi ai volti e alle voci del primo cast, come il baritono Dietrich Henschel (Kunrad), e il soprano Nicola Beller Carbone (Diemut). E tra le voci italiane, il tenore Francesco Parrino (Ruger Asbeck) e il soprano Valentina Vitti (Walpurg), due grandi orgogli palermitani. Un vero mosaico di idee e musica, cucite con morbida mano dalla bacchetta disegnatrice del suo direttore, Gabriele Ferro.
Insomma, che altro dire: la luce non è mai andata via.
Spettacoli - «Feuersnot»: dalla notte di San Giovanni ai fuochi di Emma Dante
Le immagini documentano alcuni momenti del poema cantato in un atto "Feuersnot", capolavoro di Richard Strauss ed Ernest von Wolzogen, portato sulla scena come ouverture della nuova stagione lirica dal Teatro Massimo di Palermo sabato 18 gennaio 2014.
– Sicily Present