“Le forme dell’amore”, una collettiva d’arte per ricordare il Beato Pino Puglisi

 

 

“Ciò che importa è incontrare Cristo, vivere come lui, annunciare il suo amore che salva”: con queste parole Padre Pino Puglisi sintetizza il significato che ogni uomo deve attribuire alla propria vita e il percorso che egli stesso ha seguito durante la sua esistenza terrena.

In memoria di Padre Puglisi è stata allestita una mostra presso la Cattedrale di Palermo che ne celebra, mediante l’esposizione di diverse opere pittoriche, la vita, l’impegno sociale ed il sacrificio: “Le forme dell’amore” è il nome della collettiva dedicata al sacerdote palermitano ucciso per mano mafiosa il 15 settembre 1993, giorno del suo 56° compleanno, proprio nella sua borgata, Brancaccio, dove visse ed operò nell’incessante attività di recupero morale e sociale, spendendo ogni attimo delle sue attive giornate e tutta la forza che aveva in corpo.

Percorrendo la navata sinistra del Duomo cittadino, chiesa dedicata a Santa Vergine Maria Assunta, è possibile ammirare le opere dei tanti artisti che vi hanno partecipato, tutte di tipologie diverse che rappresentano realisticamente o simbolicamente Pino Puglisi attraverso i ritratti dei suoi gesti, del suo contesto sociale, dei luoghi che gli sono propri e soprattutto del suo sorriso o mediante immagini visionarie che nell’infinità della materia raffigurano astrattamente l’essenza del martire.

I materiali utilizzati per la realizzazione sono svariati e fra essi troviamo dal compensato al ferro, dal polistirolo al cartone fino alla tela sulla quale l’estensione cromatica creerà dipinti dalla spiccata unicità.

Le opere esposte sono di Wanda Barraco, Giovanna Calabretta, Salvatore Calò, Ferdinando Caronia, Cristina Casamento, Serafina Maria Costa, Francesco Federico, Marion Fernhout, Eleonora Fogazza, Vincenzo Gatto, Valentina Harè, Caterina Lala, Paola La Monica, Gabriella Lupinacci, Rosalia Marchiafava Arnone, Letizia Marchione, Giuseppa Matraxia, Giusy Megna, Mariella Raimondo, Rosario Trapani, Loredana Vincenza Troia, Maria Felice Vadalà, Giovanni Ventimiglia.

“Il loro lavoro è stato essenzialmente di astrazioni formali, già viventi nell’oggettività degli innumerevoli impasti e nelle possibili alchimie; nella duttilità e nella malleabilità dei materiali umanizzati, compreso gli scarti plastici del nostro complesso quotidiano, che rendono figurato il pensiero e le intuizioni di chi è in grado di tradurre l’intraducibile”; così Francesco Federico si esprime nel suo bel testo di presentazione della mostra intitolato “Dalla luce cromatica trasuda la spiritualità di Padre Pino Puglisi”, apprezzabile per intero in un grande pannello posto a fianco dell’ingresso.

In questi dipinti e disegni vi è tutta la personalità umana e sacra di Padre Puglisi sintetizzata in immagini che simbolicamente ne ripercorrono l’iter che lo porteranno alla beatificazione, dall’avvicinamento ai giovani della sua borgata, attraversando la violenza, affrontando la morte e raggiungendo finalmente la luce eterna, in un percorso tanto umano quanto divino.

“Coloro che si nutrono di violenza hanno perso la dignità umana”, ebbe a dire don Puglisi e sulla violenza, seppur accennata o appena suggerita, si ha modo di riflettere osservando alcune tele in cui, come ci spiega l’artista Trapani-Calabretta, a fianco di ritratti sorridenti carichi di umanità o di immagini che esprimono tutta la luce sacra di cui era intriso, vi sono anche dei quadri in cui sono raffigurati gli assassini; addirittura in qualche tela si può notare la presenza delle armi, che con forza ci fanno pensare alla crudeltà di cui il Beato palermitano fu vittima.

“Le forme dell’amore” ha già avuto modo di essere apprezzata dal pubblico palermitano ad ottobre 2014 presso la Chiesa di San Francesco di Sales con la collettiva intitolata “In ricordo di Padre Puglisi”, nel mese di gennaio 2015 alla Chiesa di San Giovanni dei Napoletani e ad aprile 2015 con un’esposizione presso la Chiesa di Sant’Ippolito al Capo dal titolo “La forza dell’amore”; alla Cattedrale di Palermo è stata invece inaugurata, poco oltre il sepolcro dedicato a Pino Puglisi, il 5 giugno scorso con un concerto del Maestro Aldo Mausner al violino e del Soprano Rosanna Roccamatisi, riscuotendo un grandissimo successo nei giorni dedicati a Santa Rosalia in cui migliaia di cittadini e turisti hanno visitato il principale luogo di culto cittadino.

Come scrisse Papa Wojtyla: "Un segno perenne, ma oggi particolarmente eloquente, della verità dell'amore cristiano è la memoria dei martiri. Non sia dimenticata la loro testimonianza. Essi sono coloro che hanno annunciato il Vangelo dando la vita per amore. Il martire, soprattutto ai nostri giorni, è segno di quell'amore più grande che compendia ogni altro valore. La sua esistenza riflette la parola suprema pronunciata da Cristo sulla Croce."

E questa citazione, tratta dalla bolla pontificia Incarnationis Mysterium edita il 29 novembre 1998 per l'indizione del Giubileo Universale dell'Anno Santo 2000, si riferisce, con estrema attualità, ai martiri della Chiesa e al concetto di martirio, accostandolo ad argomentazioni che vedono nella misericordia, nella carità e nella santità gli elementi che contraddistinguono la vita cristiana.


 

 

 

ARTE - "Le forme dell'amore", una collettiva d'arte per ricordare il Beato Pino Puglisi

(ph. Carlo Guidotti)


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