Borgo di Greccio, anno 1223: sono queste le connotazioni spazio-temporali della rappresentazione scenica del Presepe di San Francesco, evento presentato presso le scuderie di Palazzo Alliata di Villafranca, gestito dall’associazione omonima presieduta da Italia Messina.
La rappresentazione è curata da Francesca Picciurro e da Filippo Sapienza, vicepresidente dell’associazione che gestisce la storica dimora palermitana e già ideatore del fortunato evento “Imago Rosaliae”, percorso iconografico dedicato alla Santa patrona di Palermo che ha riscosso uno strepitoso successo nei giorni del festino cittadino del 2015.
Ad introdurre il tema della serata è l’attrice Giusy Ferrante che con la sua narrazione ci guida lungo tutto il percorso scenico, anticipato da un’esibizione con il fuoco dei Black Work Fire.
“Laudato sii mio signore”: l’azione prende l’avvio sul testo del Laudes Creaturarum, il Cantico delle Creature di San Francesco d’Assisi, dichiarato santo nel 1228 ed eletto Patrono d’Italia nel 1939; si ripercorronola scienza di San Luca, la parola di San Marco, la teologia di San Giovanni, fino al Vangelo di San Matteo, Vangelo della conversione, “terra della purificazione, l’attimo del mistero svelato”, e si ringraziano e glorificano le creature, la luna, le stelle, il vento, l’acqua, il fuoco e la terra.
Ed ecco che, dopo l’entrata in scena dei personaggi di Giuseppe, Maria e Chiara, protagonista diviene il borgo di Greccio, animato e colorato luogo popolato da artisti, artigiani e commercianti di beni fra i più diversi, dai prodotti dell’agricoltura al vino, dal pane casereccio alle stoffe, dalle sculture all’arte orafa.
Tutti gli attori indossano i costumi in stile medievale messi a disposizione dalla Pro Loco di Caccamo che ben si sposano con la sapiente scelta delle selezioni musicali che accompagnano la scena. E percorrendo la ricostruzione del viale del borgo laziale dove nel 1223 Francesco ideò il primo presepe vivente della storia, si giunge in un luogo più intimo e raccolto in prossimità della grotta sacra dove Gesù, appena nato, viene adagiato su un giaciglio di paglia a fianco di Giuseppe e di Maria.
“Oggi è nato il salvatore, Dio si è fatto povero perché nessun uomo si senta più solo”: è questo l’annuncio dato con rassicurante vigore e che, all’apertura della grotta, pone termine alla scena, dominata dall’arrivo del bambino Gesù simboleggiato dal tenero pianto di un neonato.
Il messaggio conclusivo, significato dell’opera e anima stessa del presepe, è narrato con emozionato coinvolgimento da Giusy Ferrante: “così Francesco ideò il presepe, la rappresentazione dell’incarnazione, il Dio degli ultimi che si è reso il più povero dei poveri”;e continua la Ferrante “il Natale è semplicemente questo, ricordare che Dio ama ogni uomo, ricordare che Dio è il volto della misericordia e del perdono”.
Con l’ausilio delle coreografie di Martina Guarneri, del make up artist Filippo Corrao e di circa quaranta attori e collaboratori, l’opera, della durata di 45 minuti, è ben più del classico presepe vivente tipico del periodo natalizio; esso appare come una poetica rappresentazione di come sia nato il concetto stesso di presepe, ad opera dell’uomo più povero fra i poveri, di San Francesco che della povertà ne fece una ragione di vita e che nella povertà riassunse la presenza di Gesù e l’essenza della fede in lui.
Il “Presepe di San Francesco - Notte di Natale 1223”, già visitabile dal 26 dicembre, sarà ancora visitabile presso il Palazzo Alliata di Villafranca di Piazza Bologni 20, a Palermo, nei giorni 2, 3 e 6 gennaio alle 17.00, alle 17.45, alle 18.30, alle 19.15 ed alle 20.00; al termine dello spettacolo Laura Longo ha accompagnato il pubblico all’interno del Palazzo descrivendone, con dovizia di particolari, i dettagli artistici delle sale; saràquindi possibile visitare i sontuosi saloni del palazzo cittadino ammirandone il pregio architettonico e scoprendo e riscoprendo così un grande gioiello della città di Palermo.
ARTE - A Palazzo Alliata di Villafranca in scena il Presepe di San Francesco, ideato nella notte di Natale del 1223
(ph. Carlo Guidotti)