Venerdì 13 Maggio 2016 si è svolto a Palermo, presso la Fondazione Giuseppe e Marzio Tricoli, l’incontro organizzato dall’A.S.C.O.L, associazione socio culturale “Ottagono Letterario”, che da più di trent’anni svolge a Palermo una ricchissima attività culturale di ampio respiro, dalla letteratura alla pittura, dall’antropologia alla linguistica siciliana, dalla filosofia all’etica sociale e scientifica.
Relatore d’eccezione dell’incontro, Giovanni Matta, attuale presidente dell’Ottagono, che in occasione della recente pubblicazione del volume Gli sviluppi dell’Arte Moderna in Europa, ha tenuto un incontro riguardo la nascita del movimento pittorico impressionista a partire dai suoi precursorisino a considerare gli artisti che lo hanno reso unico nel suo genere. Base di partenza, come sottolineato dallo stesso Matta, “è la sincerità dell’artista”, caratteristica peculiare di ogni ricerca dell’Arte Moderna, con la quale gli Impressionisti, affermando la totale indipendenza dai pregiudizi, agirono contro la pittura accademica nell’interesse di quella naturalistica e realistica attribuendo anche alla sensazione un valore autonomo e assoluto. La loro pittura, quindi, nascerà dall’oggetto della rappresentazione diretta, senza intermediari, contro la retorica ed i sentimenti. Con l’Impressionismo, così, si giunge alla conquista di fondo della sensibilità moderna, la conoscenza intuitiva dell’arte, una sensazione satura di contenuti etici, sociali, culturali. In pratica, come spiegato da Matta, nasce “una nuova e geniale visione della realtà”.
Quelle mostrate, nell’attenta e vivace carrellata di opere d’arte nel clima gioviale e amichevole degli amici dell’Ottagono, sono state le opere degli artisti più rappresentativi di questa corrente.
Tra i precursori, gli inglesi Constable e Turner con i loro paesaggi in plein air e i loro colori intensi e sfumati; il francese Delacroix con la sua potenza espressiva e la sua ricerca di catturare negli acquarelli il movimento e la vita; il maestro del Realismo francese, Gustave Coubert, con le sue “allegorie di vita reale”, come in “L’atelier del pittore”, e i paesaggi e le opere di contenuto sociale; i pittori della “Scuola di Barbizon” come Rousseau, Dupré, Daumier e Jongkind, ognuno accomunato da una propria ricerca personalissima e animati tutti da un profondo spirito di poetica veridicità. Con gli Impressionisti, la relazione di Matta è divenuta dialogo con il pubblico, il quale è stato esaudito nelle sue richieste di spiegazione e precisazione.
Tra gli Impressionisti, quindi, ampio spazio è stato concesso a Monet e alla sua opera “Impression, Soleil levant”, dalla quale prese il nome la corrente” Impressionismo”. L’Impressionismo, come precisato, è stato una delle più vaste e geniali sintesi condotte dalla cultura moderna, sintesi conquistate con alcuni elementi fondamentali: il senso dell’unità dinamica del reale, la nuova sensibilità dello spazio en plein air e il nuovo protagonismo della luce, quest’ultimo denominatore comune degli artisti impressionisti. Quindi di seguito, Matta, ha presentato le esperienze pittoriche di Manet con la sue simmetrie e discordanze; di Renoir con i suoi nudi femminili e i ritratti, di Cezanne con i suoi molti paesaggi, nudi ed interni, di Pissarro con i suoi paesaggi ed infine di Signac con la sua pittura divisionista definita Neoimpressionista. La relazione del presidente dell’Ottagono letterario è stata accompagnata dalla proiezione delle opere d’arte che ha accompagnato il pubblico alla scoperta di questa corrente artistica. Una vera e propria immersione in colori vivaci, in paesaggi reali dai colori sfumati, in interni di vita quotidiana, nei nudi femminili sensuali e mai volgari. Un’immersione condotta da un uomo amante dell’arte e della letteratura, interamente vocato alla promozione culturale intesa come servizio alla bellezza e alla collettività. L’incontro di venerdì 13, quasi certamente non rimarrà l’unica della sua specie. Infatti, presumibilmente, Giovanni Matta tornerà a vestire i panni del critico d’arte e a relazionare sulle altre esperienze pittoriche dell’Età Moderna, allietando il pubblico dell’Ottagono in nuove immersioni di colori, come la Mary Poppins del film di Robert Stevenson grazie alla quale è possibile entrare dentro un disegno e vivere la realtà dell’ispirazione artistica alla scoperta dell’umana bellezza.