Dopo il successo ottenuto a Palermo, la mostra “Migranti, la sfida dell’incontro”, che ha per tema la complessa vicenda delle migrazioni, giunge a Caltanissetta, prima tappa di una serie di appuntamenti che la vedranno presente fino all’inizio dell’estate in oltre 10 città della Sicilia. Presentata a Rimini nel corso della XXXVII edizione dello scorso anno al “Meeting per l’Amicizia fra i popoli”, la mostra ha suscitato un significativo interesse a Palermo, dove è stata visitata da più di 1.500 persone.
Raimondo Messina è tra coloro che più si sono adoperati a Caltanissetta per consentire alla mostra di giungere nella città nissena e quindi chiediamo a lui il perché di tanto impegno.
Il primo motivo deriva dal fatto che la mostra affronta un tema che a Caltanissetta è molto sentito per il significativo numero di migranti ospitati.
E poi?
Perché il modo in cui il tema è trattato è di grande aiuto per superare i luoghi comuni che, purtroppo, continuano a diffondersi e i tanti stereotipi che ci portano a vedere queste persone come una minaccia, un pericolo da cui difendersi.
Ed invece?
Invece possono diventare una risorsa non solo per la nostra società, che come tutti sanno invecchia sempre più, ma anche perché portano una ricchezza di valori, esperienze, storie, ecc. su cui la storia degli uomini in generale e quella della Sicilia in particolare si è fondata per secoli.
Ma come si fa a guardarli in modo positivo, con tutto quello che si sente in giro?
Ritengo che quello che si sente e si dice è parziale e non coglie la globalità di una vicenda che mostra moltissime esperienze positive nel campo dell’accoglienza e dell’integrazione. Ma il problema non sta qui.
E dove?
Sta nel fatto che questi migranti sono persone come noi, con le stesse aspirazioni e con gli stessi desideri; fuggono da situazioni difficilissime, rischiando la vita, come per tanti purtroppo è accaduto. Quindi se li trattiamo come persone e non come numeri, come dice il Papa e come è riportato in un pannello della mostra, diventano risorsa e non ostacolo per la nostra convivenza e per tutta la società.
E in tutto questo qual è il contributo della mostra?
Essa sfata l’idea che siamo di fronte ad una invasione, dimostrando, numeri alla mano, che ci sono Paesi e Nazioni che fanno, sia in valore assoluto che relativo, di più di noi. E poi, soprattutto attraverso le testimonianze nei video che accompagnano la mostra, emerge il bisogno di aiuto che queste persone hanno e le opportunità che possono offrire a tutti noi.
E come?
Mediante il lavoro che svolgono, che non è sottratto agli italiani, ed anche attraverso il contributo che danno alle casse dell’INPS, con cui già da oggi vengono pagate parte delle pensioni degli italiani; da non dimenticare inoltre il prezioso lavoro di cura e sostegno alle famiglie che taluni gruppi svolgono.
E a Caltanissetta la mostra dove sarà ospitata?
Nei significativi spazi del museo Mineralogico “S. Mottura”, in Viale della Regione 71, messi a disposizione con grande sensibilità e generosità dalla Dirigente Scolastica, professoressa Laura Zurli. La mostra sarà possibile visitarla tutte le mattine dalle 9,00 alle 12,30 (domenica esclusa) fino al 25 febbraio.
E come sarà organizzata la visita?
Alcuni adulti faranno da “guida” ma, in alcuni giorni, molti studenti dell’IISS “S.Mottura”, dell“ Istituto Comprensivo “P.Leone” e dell’IISS “L.Russo” di Caltanissetta diventeranno protagonisti dell’evento; grazie infatti alla sollecitazioni di alcuni loro docenti, gli alunni si sono impegnati a studiare i vari pannelli e provvederanno a trasmetterne e illustrare i contenuti ai visitatori.
E cosa vi attendete, in conclusione?
Che le persone acquisiscano una posizione umana, uno sguardo nuovo cioè in grado di guardare al fenomeno, comunque complesso e contraddittorio, in modo diverso, come papa Francesco ci insegna, fin da dalla sua visita a Lampedusa, “Non si amano i concetti, non si amano le idee, si amano le persone”.