In questi mesi a Palermo si può visitare nelle chiese di San Basilio Magno e Sant’Ernesto una mostra dal titolo “I Volti della Misericordia”, curata da Padre Antonio Sangalli o.c.d. e presentata per la prima volta al Meeting per l'amicizia fra i popoli a Rimini nel 2015.
E il 16 luglio, giorno dedicato alla Madonna del Carmelo, la mostra è stata in esposizione presso la piccola chiesa delle suore carmelitane di Giacalone. Momento suggestivo e intenso.
La mostra è un interessante percorso sulla misericordia in questo anno giubilare che si è aperto l'8 dicembre dello scorso anno e si concluderà il 20 novembre prossimo e voluto da papa Francesco proprio per approfondire un tema a lui molto caro tanto da parlarne già nel suo primo Angelus dicendo che “Il volto di Dio è quello di un padre misericordioso che sempre ha pazienza”. E nella sua seconda omelia ha aggiunto: “Il messaggio di Gesù è la misericordia”.
Giubileo straordinario su un tema sottolineato anche dai pontefici precedenti, si pensi all'enciclica di Giovanni Paolo II Dives in Misericordia e la sua attenzione a Faustina Kowalska, proclamata santa proprio da lui e definita “apostola della misericordia” e l'istituzione da parte sua della festa della Divina Misericordia nella prima domenica dopo Pasqua secondo le indicazioni proprio di s. Faustina. E papa Benedetto XVI che ha parlato della misericordia come “nucleo centrale del messaggio evangelico”.
Questa mostra, insieme a tante altre iniziative, è un utile strumento di conoscenza e di riflessione. I primi pannelli si soffermano sul significato del giubileo che ha le sue radici nella tradizione ebraica e sulla sua storia dal 1300 quando venne istituito per la prima volta da papa Bonifacio VIII con i riferimenti alle anticipazioni come il rito della perdonanza di Celestino V nel 1294 che prevedeva il pellegrinaggio alla chiesa di S. Maria di Collemaggio e che si ripete ancora ogni anno.
C'è una novità in questo giubileo, è la facoltà che il pontefice ha dato ad ogni diocesi di aprire una porta santa ad imitazione delle porte sante delle basiliche giubilari romane. Per la prima volta nella storia è possibile vivere il Giubileo in tutte le chiese locali del mondo, è possibile attraversare la porta santa anche nei carceri e in altri luoghi particolari come i centri di accoglienza; nella nostra città oltre a quella della cattedrale significativo è stato aprire, come porta santa, da parte dell'arcivescovo Corrado Lorefice, la porta della chiesa in costruzione della Cittadella del povero di Biagio Conte in via Decollati. Si capisce che questa novità davvero storica non è solo una nota tecnica ma esprime la grande attenzione del papa nei confronti di tutti e soprattutto delle “periferie esistenziali”.
Questo nostro tempo, dice il papa nel libro-intervista con Andrea Tornielli Il nome di Dio è Misericordia, ha bisogno della misericordia “perché è un’umanità ferita, un’umanità che porta ferite profonde. Non sa come curarle o crede che non sia proprio possibile curarle”.
Il percorso della mostra ci aiuta a capire che noi siamo oggetto della misericordia di Dio che viene definita da papa Francesco come un “attaccamento viscerale che una madre prova per il figlio che ha portato in grembo”. I dipinti di Caravaggio aiutano, attraverso le immagini, a comprendere meglio, nella Vocazione di san Matteo Gesù' guarda Matteo, pubblicano e peccatore, e lo sceglie con amore misericordioso a significare che solo se ci sentiamo guardati così, con un amore infinito, possiamo a nostra volta guardare l'altro in questo modo e sempre Caravaggio in una straordinaria sintesi pittorica ci presenta le Sette opere di Misericordia corporale che dovremmo riscoprire, insieme a quelle di misericordia spirituale, per capire fino in fondo cosa è la carità cristiana.
La mostra prosegue con i pannelli dedicati a comprendere Maria “la Misericordia fatta madre” che, come Madre della Chiesa, viene incontro ai suoi figli come ci indica la preghiera alla Vergine di Dante: “La tua benignità non pur soccorre / a chi domanda, ma molte fiate / liberamente al dimandar precorre”. E poi i santi che hanno riconosciuto e accolto la tenerezza di Dio e hanno indicato con la loro vita come si declina la misericordia nella storia.
Intenso è il percorso della mostra che può essere letto anche alla luce delle riflessioni del papa nel suo libro-intervista in cui, in modo semplice e colloquiale, ci fa capire qual 'è il significato profondo della misericordia che è più dell'essere semplicemente perdonati, è il perdono di Dio attraverso una carezza che ci rigenera come persone e ci rende capaci di essere anche noi misericordiosi. Il papa, infatti, evidenzia come nella società "La misericordia è un elemento importante, anzi indispensabile nei rapporti tra gli uomini, perché vi sia fratellanza. La sola misura della giustizia non basta. Con la misericordia e il perdono Dio va oltre la giustizia, la ingloba e la supera in un evento superiore nel quale si sperimenta l'amore, che è fondamento di una vera giustizia".
Ma noi da soli non siamo capaci di questo amore senza misura, c'è bisogno di un Altro e questo concetto è espresso in sintesi nel motto del giubileo “Misericordiosi come il padre” e nel logo che con un'immagine stilizzata fa capire come possiamo esserlo: è Cristo che si carica sulle spalle l'uomo e gli occhi dell'uno si confondono negli occhi dell'altro come a indicare che solo assimilandosi in Cristo l'uomo realizza in pieno la sua umanità.