“Mòve” (nessuna pronuncia inglese, visto che è un prestito dantesco: «l’amor che move il sole…») è il titolo d’un evento, promosso dal centro culturale “Il Sentiero” e patrocinato dal comune di Palermo, svoltosi martedì 18 luglio alla chiesa di Santa Maria dello Spasimo, il cui ambizioso sottotitolo è Festival della poesia e delle arti sull’origine del movimento.
Al centro della serata, che ha visto un notevole successo di pubblico (tanto da lasciar fuori le porte almeno una trentina di avventori), una discussione tra i due poeti contemporanei Massimo Morasso e Davide Rondoni sui temi del movimento, dei modi della poesia di rappresentarlo, dei rapporti tra poesia e danza; ha moderato Carola d’Andrea, studentessa di Lettere e scrittrice (la raccolta d’esordio A est dei miei maremoti è uscita nel 2016 per Carta Canta). I due hanno saputo tenere, in una forma aperta e colloquiale, un dialogo sui massimi sistemi, o dovremmo dire sui «centri pullulanti» dove la vita e il movimento hanno origine, attraversando Dante, Eliot e Luzi fino ad arrivare alla loro stessa poesia.
Hanno aperto e chiuso delle splendide coreografie di Davide Cannata e Silvia Scalici (giovani ballerini palermitani che hanno appena concluso il loro percorso di formazione alla Dance Art of Faculty di Roma e hanno appena vinto una audizione a Malta) sulle composizioni di Simone Piraino. Ha invece inframmezzato l’evento un corto del regista Alberto Culotta sul valore del singolo istante e dell’universo in movimento che può trovarsi dentro di esso.
Ci auguriamo che “Mòve” non sia uno splendido caso isolato ma un annuncio: di una nuova stagione di eventi in una Palermo che si approssima a essere capitale culturale; di un rinnovato discorso sui rapporti tra letteratura e arti performative; di una progressiva riqualificazione di quel meraviglioso non finito che è la chiesa dello Spasimo.
Foto di Serena Amari