La cucina della tradizione siciliana è percorsa dal ciavuru d’intrecciate dominazioni. In questa terra assolata nel mezzo di tre mari, greci, saraceni, normanni, spagnoli, borboni e francesi ficiru, a loro agio, li comodi so’. Il titolo, curiusu per una rubrica di cucina, anela alla raffinatezza dei francesi, mutuato dalla sostanza dei siciliani. "Scorza d’arancia" è un foodblog e un libro di ricette scritto, curato e fotografato da Claudia Magistro, architetto paesaggista che in cucina ha ritrovato il suo giardino, tra erbe aromatiche e spezie che solleticano il naso. "Bellezza d'estate a tavola. 40 ricette di ispirazione siciliana" è il libro pubblicato da Edizioni People & Humanities. Questa rubrica sarà percorsa da profumi, evocazioni e racconti in uno stile di vaga “camilleriana” memoria, fra tradizione, innovazione e l’amore per la buona cucina.
"Scorza d'arancia" è ogni domenica online su sicilypresent.it
(27 marzo 2016) – Ieri, sabato Santo, a Messina ho visto pasticcerie piene zeppe di pastiere napoletane, certo c’erano anche cassate, pignolate, bianchi e neri e pecorelle ma mi fici ‘mpressione‘sta cosa, c’erano “tonnellate” di pastiere prenotate, già belle e impacchettate pronte per il fine pasto della Santa Pasqua. Mizzica mi sono detta ma picchì?
Poi ci ripensai e in effetti noi siciliani semu imparentati con i napoletani, da secoli. Le cucine dei Monsù a Palermo e quelle dei Monzù a Napoli erano perfettamente allineate. Il termine deriva da un adattamento dialettale, dal francese monsieur. ‘Nsumma la Francia capeggiava e noi, come al solito, ‘nadattammu.
Poi, a ben pensare io lo sono, imparentata, anche personalmente di persona con una napoletana, mio fratello il matrimonio fici. In Campania, quando arriva la Pasqua, usano realizzare il casatiello, una torta salata di derivazione povera ma che alla fin fine di povero niente ha. Ora, da quannu si fici ‘stu matrimonio, unendo ancora di più l’Italia, anche noi, nella nostra famigghia, abbiamo questa tradizione.
Il casatiello napoletano ha, manco a dirlo, molteplici ricette, in genere si realizza con le uova sode sia dentro che fuori, come decorazione della parte superiore. Io, nell’Isola, non ce le metto, quindi, questa ennesima variante è corrotta, sappiatelo.
Buona Pasqua!
ingredienti per uno stampo a ciambella da 26 cm di diametro:
550 g di farina manitoba
10 g di lievito di birra
10 g di sale
4 cucchiai d’olio extra vergine d’oliva
un cucchiaino di zucchero
circa 200 g di formaggi vari essendo un piatto povero, nasce per la necessità di recuperare tutti i rimasugli di formaggio io li ho chiesti al salumiere, in genere li confezionano sottovuoto
provola piccante
provola dolce
Svizzero
Parmigiano
circa 200 g di salumi.
Medesimo concetto dei rimasugli, io ho messo salami vari e prosciutto crudo
La sera prima sciogliete il lievito in 300 g di acqua tiepida con un cucchiaino di zucchero. Mettete la farina nell’impastatrice, aggiungete l’acqua con il lievito, l’olio e infine il sale. Fate lavorare la macchina a velocità minima fino a quando l’impasto risulta liscio e morbido. Mettetelo in una terrina e fatelo lievitare in forno spento per 8 ore. La mattina tagliate a dadini i formaggi e i salumi, rimettete l’impasto nella planetaria, aggiungete i condimenti e fate lavorare la macchina al minimo, fino a completa aggregazione. Ponete l’impasto su un piano leggermente infarinato realizzate un salsicciotto e ponetelo dentro uno stampo per ciambella da 26 cm di diametro, imburrato e infarinato. Fate lievitare ancora fino al raddoppio. Occorreranno almeno tre ore, dipende sempre dalla temperatura esterna, riparatelo dalle correnti, mettendolo dentro il forno spento con la luce accesa. Accendete il forno a 200°C e cuocete il casatiello per circa 30 minuti fate la prova stecchino.
Copyright © 2016 - Testo e foto CLAUDIA MAGISTRO - scorzadarancia.it