E lo so, l’estate accuminciò, ora si fanno avanti quelli che si lamentano per il caldo mentre gli altri se la scialano della bella. Io sono tra questi ultimi; mi arrostisco al sole come se non ci fosse un domani, accumulando energia per i mesi freddi e umidi. Ognuno si quartìa come può.
Poi ci sunnu chiddi che: no, io d’estate non accendo il forno! E va beh, mi avvalgo della facoltà di non commentare picchì mi piace assai il caldo e dopo che mi sono arrusicata al sole accendo pure il forno, chi se ne frega?
A chisti che non accendono il forno chiederei: ma friggete d’estate? Almeno questo, su dai. Una bella parmigiana di melanzane se non la fai d’estate quando la fai? D’inverno le melanzane non c’avissiru a essiri sul banco del fruttivendolo, non hanno sapuri e sunnu chini chini d’acqua. Io ci leverei mano, d’inverno. S’ava a fari d’estate. N’autra cosa che in questa bellissima stagione s’avi a fari e vennu boni sunnu i lievitati. La pasta lievitata, cu stu cavuru, crisci che è ‘na meraviglia. Poi se volete la colazione cavura cavura la mattina faciti accussì: la sera prima, dopo la prima lavorazione ziccate l’impasto nel frigo. L’indomani realizzate le pezzature, fate lievitare un’ora e poi friggete… una colazione invidiabile, non è così? Io dico di sì!
difficoltà: facile
preparazione: 30 minuti
riposo: cu stu cavuru solo due ore
cottura: pochi istanti per lato
450 g di farina tipo 1
10 g di lievito di birra
un pizzico di sale
80 g di zucchero di canna più quello per ricoprire i bomboloni
125 g di latte
50 g di burro a pezzetti
2 uova piccole
50 g di acqua
olio per friggere
confettura
Mescolate la farina con lo zucchero e il lievito sbriciolato. Scaldate il latte, mettete il burro e fatelo sciogliere mescolando, unite l’acqua e fate intiepidire. Impastate la farina aggiungendogli ingredienti liquidi poco alla volta, unite il sale e le uova leggermente sbattute. Il composto finale sarà parecchio idratato, trasferitelo su una spianatoia, se lo avete lavorato dentro un mixer, e lavoratelo ancora aggiungendo farina se occorre, senza esagerare dovrà rimanere umido.
Realizzate una palla e ponetelo dentro una ciotola coperta con la pellicola o con un telo umido e fate lievitare fino al raddoppio, circa un’ora o poco più. Recuperate l’impasto, lavoratelo ancora sulla spianatoia e dividetelo in 10 panetti da circa 80 g l’uno, poneteli su un tagliere leggermente infarinato, discostati tra di loro, coprite con un canovaccio e fate lievitare ancora fino al raddoppio, circa un’ora.
Scaldate l’olio in un pentolino dai bordi alti e friggete i bomboloni, poco per volta, poneteli a scolare su carta da cucina per assorbire l’unto in eccesso. Rotolate i bomboloni in una ciotola piena di zucchero di canna, praticate un taglio a croce sulla sommità, e riempite i bomboloni con la confettura aiutandovi, magari, con un sac-a poche o un cucchiaio. Poi mi cuntate.
Copyright © 2016 - Testo e foto CLAUDIA MAGISTRO - scorzadarancia.it
La cucina della tradizione siciliana è percorsa dal ciavuru d’intrecciate dominazioni. In questa terra assolata nel mezzo di tre mari, greci, saraceni, normanni, spagnoli, borboni e francesi ficiru, a loro agio, li comodi so’. Il titolo, curiusu per una rubrica di cucina, anela alla raffinatezza dei francesi, mutuato dalla sostanza dei siciliani. Scorza d’arancia è un foodblog e un libro di ricette scritto, curato e fotografato da Claudia Magistro, architetto paesaggista che in cucina ha ritrovato il suo giardino, tra erbe aromatiche e spezie che solleticano il naso. Questa rubrica sarà percorsa da profumi, evocazioni e racconti in uno stile di vaga “camilleriana” memoria, fra tradizione, innovazione e l’amore per la buona cucina.
"Scorza d'arancia" è ogni domenica online su sicilypresent.it