“Fimmini a vasari e babbaluci a sucare unn’hanno a mancari, viva Palermo e Santa Rusulia”. Chistu mi dissi l’altro giorno al festino, il mio amico Pippo, palermitano doc. ‘Na frase che si dice sempre per il 14 di luglio nella capitale siciliana. Mi pare come un mantra, attipo una formula sacra da ripetere per allontanare spiriti maligni e ammantarsi della protezione della Santa. Come sempre sacro e profano camminano appaiati, come se, allontanandosi, ci arrifriddassi ‘u ciancu.
Che capolavoro ‘sta terra. Racchiude, in un triangolo ammollo all’acqua, inesauribili ricchezze e illimitate povertà. Potremmo sembrare un popolo di complicati, picchì riusciamo a esaltarci con la nostra esuberanza e, nello stesso preciso ‘ntifico momento ci abbattiamo nell’apatia e nell’auto commiserazione. La verità? Siamo fatti così, non siamo abituati e non ci abitueremo mai ai cambiamenti, un sacciu picchì ma ci fa comodo questo stato di cose. Io stessa sai che fazzu? Mi acchiappo un coppiteddu di sti biscotticeddi di Monreale, biscotti antichi quasi come ‘u munnu, e mi nnivaiu camminando, un passo leva e uno metti, incontro a tracce di bellezza.
Biscotti di Monreale
un kg di farina
un tuorlo
200 ml di latte
200 g di zucchero
200 g di strutto
un baccello di vaniglia
10 g di ammoniaca per dolci
per la glassa
un albume
100 g di zucchero a velo
qualche goccia di succo di limone.
Metti dentro il robot da cucina (o impasti a mano), la farina, il tuorlo, la vaniglia, l'ammoniaca e lo strutto. Aggiungi a filo il latte. impasta fino a ottenere un composto liscio e omogeneo. Avvolgi l'impasto dentro la pellicola e poni in frigo a riposare per almeno un'ora, con questo caldo. Recupera l'impasto e stacca delle pezzature da circa 50 g, lavora ogni tocchetto facendo un salsicciotto di circa 12 cm, dagli una forma a "S" lascia le anse larghe perché in cottura potrebbero unirsi, perdendo la forma caratteristica. Poni i biscotti su una leccarda e inforna a 200°C per circa 15 minuti. Appena saranno cotti, sfornali e falli raffreddare completamente.
Prepara la glassa sbattendo l'albume con le gocce di limone e lo zucchero a velo, metti dentro un cono di carta e decora la superficie dei biscotti con i pizzi di ghiaccia. Niè, uno sdillinio.
Copyright © 2016 - Testo e foto CLAUDIA MAGISTRO - scorzadarancia.it
La cucina della tradizione siciliana è percorsa dal ciavuru d’intrecciate dominazioni. In questa terra assolata nel mezzo di tre mari, greci, saraceni, normanni, spagnoli, borboni e francesi ficiru, a loro agio, li comodi so’. Il titolo, curiusu per una rubrica di cucina, anela alla raffinatezza dei francesi, mutuato dalla sostanza dei siciliani. Scorza d’arancia è un foodblog e un libro di ricette scritto, curato e fotografato da Claudia Magistro, architetto paesaggista che in cucina ha ritrovato il suo giardino, tra erbe aromatiche e spezie che solleticano il naso. Questa rubrica sarà percorsa da profumi, evocazioni e racconti in uno stile di vaga “camilleriana” memoria, fra tradizione, innovazione e l’amore per la buona cucina.
"Scorza d'arancia" è ogni domenica online su sicilypresent.it