(14 gennaio 2016) – Il nuovo anno, sebbene sia ancora nella fase iniziale, si presenta al pubblico del Teatro Massimo già carico di grandi successi, in tutta la loro carica espressiva e la loro forza comunicativa.
Il 2016 è stato salutato con il coinvolgente “Tempo di Gospel South Carolina” e con il più classico ed elegante degli intrattenimenti musicali: il concerto di Capodanno. Nell’ultimo giorno delle festività natalizie, ossia l’Epifania 2016, è andato in scena “CartoComiche”, miscela di multimedialità e recitazione, canto e poesia, suoni e silenzi.
Lo spettacolo ha avuto inizio con una fantastica esibizione del Coro di voci bianche e Coro Arcobaleno del Teatro Massimo in cui i ragazzi, diretti dal Maestro Salvatore Punturo, hanno simulato il crogiolo di suoni che accompagnano l’arrivo della pioggia: tutto mediante un preciso e sincronizzato uso degli strumenti musicali naturali per eccellenza: mani, piedi e bocca.
Con lo schioccare delle dita si simula il cadere sul terreno delle prime timide gocce di acqua piovana: lente e distanziate, esse si fanno sempre più forti e fitte fino a preannunciare un acquazzone rappresentato da mani che sfregano e battono le gambe che, a piccoli saltelli successivi, simboleggiano roboanti tuoni accompagnati da lampi fatti da fasci di luce. A poco a poco la tempesta, giunta al suo culmine, volge verso la quiete per terminare definitivamente dopo due intensi cicli.
A seguire il gruppo SeiOttavi fa da colonna sonora alle numerose clip proiettate sullo sfondo a cui fa da cornice la struttura di un’antica televisione anni ’60. Ecco che “CartoComiche” ci riporta alla tv di ieri doppiando ritmicamente la sigla di “Carosello”, ossia la réclame della televisione delle origini, e un tenero ma avvincente omaggio a Buster Keaton, il “comico che non ride mai”, divo dell’epoca del muto.
Introdotte dalla sigla dei cortometraggi della Warner Bros, passano in rassegna anche le immagini tratte da “Il libro della giungla”, di “Snow Man”, dei “Flinstone” e di “Popeye”, in un medley tutto da gustare.
Segue l’interpretazione della Danza ungherese n.5 di Johannes Brahms che fa da audio alla geniale gag del barbiere di Charlie Chaplin, tratta dal film “Il grande dittatore” del 1940.
E poi ancora il frenetico zapping alla ricerca dei canali televisivi fino al ritrovamento dell’ideale telecomando umano, “simbolo del potere”: in rapida successione viene visionata una gara di Formula 1, il telegiornale, una scena di karate, una partita di calcio e poi “un’ultima chance”, prima di trovare, sulle note del telefilm di Daniele D’Anza del 1967 “Tutto Totò”, il principe della risata Antonio de Curtis, interprete di 97 film e di 9 telefilm, autore di poesie, canzoni e di tante opere di rivista e di avanspettacolo della prima metà del secolo scorso.
Dai SeiOttavi viene doppiato il Trio Primavera in “Canteremo una canzon”, tratta dal film “L’allegro fantasma”, quarto film di Totò, realizzato nel 1941 per la regia di Amleto Palermi: “Sfavilla il sole, splende il mare, il cuore pensieri non ha, che matta voglia di cantare, ma cosa cantare chissà”.
Poi è la volta di sorridere con Jerry Lewis, autore di una sorta di sinfonia per macchina per scrivere eseguita dall’attore americano nel film ”Dove vai sono guai” del 1963, per concludere questo incontro tra video e audio, tra passato e presente, con un’antologia di brani musicali tratti dal più celebre musical disneyano, Mary Poppins, lungometraggio realizzato in tecnica mista dal papà di Mickey Mouse nel 1964.
Componenti dei SeiOttavi sono Alice Sparti, Germana Di Cara, Ernesto Marciante, Kristian Cipolla, Vincenzo Gannuscio, Massimo Sigillò Massara.
Spentosi il monitor è stata la volta di un’esilarante gag interpretata dalla compagnia Teatrialchemici, nata dall’incontro tra Luigi Di Gangi e Ugo Giacomazzi, di cui fanno parte alcuni ragazzi che con la loro diversa abilità hanno espresso al meglio le loro capacità istrioniche sul palcoscenico del Massimo, tra gli applausi e le risate del pubblico ricchissimo di bimbi. Curata in ogni dettaglio l’interpretazione si è avvicinata al mondo dei fumetti, tanto caro a grandi e piccini, tramite l’utilizzo in scena di grandi balloon recanti le scritte tipiche degli effetti sonori: lo sketch termina con un grande cartellone che, con un “clapclap” incita e richiama un lungo e meritato applauso.
Le emozioni continuano con il Gruppo teatrale Ciclope, Ente nazionale Sordi dir. Prov. Palermo, guidato da Fabio Giuranna che mediante la LIS, lingua italiana dei sordi interpreta le più famose canzoni internazionali.
“Imagine there’s no heaven, It’s easy if you try, No hell below us, Above us only sky”: è questa la prima strofa della celeberrima “Imagine” di John Lennon e che bene si sposa con i propositi di pace e di fratellanza contro ogni forma di discriminazione, di guerra e di lotta contro le diversità. Il testo è stato magistralmente interpretato dal “coro delle mani bianche” usando il linguaggio dei segni, comprensibile ad una parte degli attori e del pubblico in sala.
Per tutti coloro che non conoscevano la LIS sono stati proiettati sullo sfondo le parole del testo, creando così un’inusuale quanto toccante interpretazione che ha così unito le diverse essenze dell’uomo in un’unica grande musica fatta da suoni universali udibili ad ogni essere umano. La fine della canzone, composta da musica, parole, gesti e segni, è coronata da un caloroso applauso, tanto scrosciante quanto silenzioso, generato con un interminabile, commovente e leggiadro sfarfallio di mani aperte che volteggiavano verso gli interpreti, metodologia che nella lingua italiana dei segni si traduce in applauso, generalmente espresso mediante il battimani.
L’ultima esibizione è stata quella del brano “Vucciria”, di Massimo Sigillò Massara, a cura dei SeiOttavi che, cantando sulle immagini dello storico mercato palermitano, ne hanno reso una visione vivace e colorata, ricca di allegria e di vita.
Con questo breve musical, divenuto presto un richiestissimo bis, è stato possibile viaggiare all’interno della Vucciria attraverso, colori, sapori e volti tipici della nostra storia e delle nostre antiche tradizioni. Con una grande e corale stretta di mano termina lo spettacolo, fatto di risate, suoni, immagini e di disegni animati, dove il colore, l’amicizia, lo stare insieme e il saper valorizzare le singole differenze di ciascuno diventano forza, musica, uguaglianza e vita.
Durante lo spettacolo, che ha visto fra il pubblico anche il Sindaco Leoluca Orlando e il Sovrintendente al Teatro Massimo Francesco Giambrone, i giovani attori, con il classico copricapo da befana, hanno coinvolto i più piccoli donando loro dolciumi e caramelle, sulle musiche del film Ghostbusters.
“CartoComiche”: tra il serio e il faceto, il bianco e nero diventa colore, il silenzio diviene musica, la mancanza si trasforma in crescita ed arricchimento: è questo un altro successo del Teatro Massimo di Palermo che ancora una volta, con larghissimo consenso, apre il suo palcoscenico alle famiglie ed ai più piccoli, donando al teatro stesso una funzione civile e sociale ineguagliabile.
SPETTACOLI - Tra suoni e silenzi con "CartoComiche" un'Epifania all'insegna dell'amicizia, dell'allegria e della condivisione
(ph. Carlo Guidotti)